“Finalmente, dopo anni di lavoro, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica dell’accordo fiscale Italia-Svizzera a cui è stata abbinata la proposta a firma mia e della collega Quartapelle. Un accordo che riguarda le sorti di 100.000 persone che ogni giorno attraversano la frontiera per lavorare in Svizzera: oltre 80.000 nel vicino Ticino, i restanti nei Grigioni e nel Vallese.
I frontalieri italiani rappresentano sulla carta un quarto dell’intero contingente, 380.000, ma in realtà sono molti di più, visto che negli ultimi anni molti italiani si trasferiscono direttamente in Francia o Germania per lavorare a Ginevra o Basilea.
Per gli attuali lavoratori frontalieri non cambierà nulla, l’accordo consente a chi oggi è un lavoratore frontaliere di mantenere l’attuale regime fiscale fino al raggiungimento della pensione. Per i lavoratori che verranno assunti a partire dalla data di entrata in vigore del nuovo accordo, è prevista una tassazione dell’80% dell’imponibile in Svizzera che verrà portata in detrazione in Italia e dopo l’applicazione della franchigia si pagheranno le imposte in Italia con le aliquote vigenti.
VIETATA LA DOPPIA IMPOSIZIONE
Inoltre, è stata vietata la doppia imposizione; in tal senso, credo sia giunto il momento di applicarla, anche sulle prime case degli emigranti, che pagano la loro prima casa in Italia come seconda casa, e allo stesso tempo la debbono dichiarare al fisco svizzero il quale in molti casi applica una imposta indiretta, nel senso che produce lo scatto ad una soglia di tassazione superiore a quella effettiva, in altre parole, fa cumulo con il reddito prodotto.
Questo provvedimento non riguarda solo lavoratrici e lavoratori, ma tanti piccoli comuni ubicati nel raggio dei 20 km dalla frontiera svizzera che da anni vivono difficoltà di varia natura: dumping finanziario e fiscale nei confronti della vicina Confederazione: forza lavoro oggetto di attacchi strumentali da parte di una fetta di opinione pubblica ticinese che vede nel frontaliere il male assoluto, l’oggetto o meglio il soggetto sul quale riversare le proprie angosce e difficoltà economiche.
2,5 MILIARDI PER I COMUNI DI FRONTIERA
Abbiamo previsto, a partire dal 2025 fino al 2045, lo stanziamento di oltre 2,5 miliardi di euro per colmare il disagio socioeconomico dei comuni di frontiera. Inaugurando una prassi che dovrebbe fare scuola per tutte le aree del margine del paese. Dobbiamo continuare a lavorare per rafforzare la cooperazione.
Le relazioni tra Italia e Svizzera sono buone, con l’eccezione di alcuni dossier critici che riguardano la parte italofona del Ticino, e che creano alcune tensioni e offrono grandi potenzialità per entrambi i Paesi. La Svizzera è un importante interlocutore per la nostra economia come noi lo siamo per loro. Dobbiamo lavorare per rafforzare e allargare il quadro di cooperazione”.
On. Toni Ricciardi
Roma, Montecitorio 4 maggio 2023