«Gocce di futuro
dietro un muro
di pianto. Passi
ritorti su d’un’esistenza
che si distende oltre.
Rimani in carreggiata
accanto alle ideali vie,
intorno ad un’uscita
che avvolge le forme»
Era nell’aria. E adesso il Quinto libello di Giovanni Sollima c’è, al di sopra di ogni chiusura dei tempi, distanziamento sociale e clausura degli animi, pronto a offrirsi al confronto e al dialogo con la percezione sensibile del lettore.
È come se le cose e i fenomeni si presentassero con un loro linguaggio dei sensi e una lingua estetica, di cui il poeta è cercatore partecipe nel solco evolutivo di un’ancestrale naturalezza e risonanza espressiva. Un dialogo interno sulla linea dei significati aggancia il tempo e ne prende coscienza, dando continuità, ricercate forme e diversificate traiettorie agli spazi dell’essere e dell’esserci.
A proposito della nuova raccolta di poesie, l’autore spiega: «La durezza viva della realtà, passata al vaglio interpretativo e rappresentativo del poeta, è continuità significativa del proprio spazio percepito, sintonia di coscienza e sinfonia del tempo. L’ultima mia raccolta di poesie pubblicata, il “Quarto libello di pezzi tesotici” è del 2011. Il “Primo libello” è del 1994. Elementi determinanti del mia azione poetica, insiti nella multifocalità tematica naturale di una raccolta personale di liriche, di “pezzi tesotici” quantomeno e per l’appunto, sono il tempo, gli affetti, i sentimenti, gli stati d’animo, l’introspezione, il pensiero su tutto».
Da fine novembre è in libreria e negli store digitali il “Quinto libello di pezzi tesotici” per Controluna – Edizioni di poesia.