Non starò qui a ripetere quel che ho letto, sfogliando le pagine del web. Argomento: il seno di Carola Rackete. Commenti volgari, scritti da uomini, ma, ahimé, anche da donne. Donne che, talvolta, invece di mostrarsi solidali, con le altre donne, digrignano i denti e vanno all’attacco. E non se ne comprende il perché. Masochismo? Probabile. Ad ogni modo, Carola Rackete di nuovo bersaglio di polemiche.
La pietra dello scandalo? Aver indossato una maglia senza reggiseno. Come se ciò non bastasse, a questo chiacchiericcio terra terra, s’è aggiunto un taglia e cuci sul suo seno: se fosse bello, brutto, desiderabile o altro.
Alcune donne hanno imbastito oltre, manifestando sdegno: non perché qualcuno abbia trovato il tempo di parlare dei capezzoli di Carola, no, alcune donne si sono indignate perché altre donne hanno invece difeso Carola, organizzando, ad esempio, il #freenipplesday: la giornata, in cui ognuna sceglie, liberamente, di non indossare il reggiseno.
Ebbene, io dico: un plauso alle donne che difendono le donne. Perché se, nel terzo millennio, qualcuno ancora ricama su capezzoli e reggiseni, e non presta la mente a questioni ben più serie, se qualcuno ancora si diverte a deridere le donne, il loro corpo, le loro scelte, allora significa che non siamo poi così avanti.