Il 15 maggio 2022 il popolo si esprimerà sulla legge sul cinema, a condizione che il relativo referendum riesca formalmente. La modifica prevede che i servizi di streaming investano nella cinematografia svizzera il 4 per cento dei loro proventi realizzati in Svizzera, come già accade per le emittenti televisive private del nostro Paese.
Dovranno inoltre proporre nel loro catalogo almeno il 30 per cento di contenuti prodotti in Europa. Con la modifica della legge sul cinema il Consiglio federale e il Parlamento intendono colmare una lacuna derivante dalla trasformazione digitale, eliminare la disparità di trattamento tra le emittenti televisive e i servizi di streaming e contribuire alla pluralità culturale dell’offerta digitale.
Contro la modifica della legge è stato lanciato il referendum. Secondo il comitato referendario l’obbligo di investire nella creazione cinematografica svizzera equivale a una tassa speciale per le piattaforme di streaming, che si ripercuoterà sui prezzi degli abbonamenti. Ritiene inoltre ingiusto che i servizi di streaming siano obbligati a riservare ai film europei almeno il 30 per cento della loro offerta, sostenendo che ciò limiterà la libertà dei consumatori e delle consumatrici e penalizzerà le produzioni provenienti dal resto del mondo.