Caro Direttore,
Ho letto la nota, molto piccata, con cui Dario Natale, segretario del PD in Svizzera, ha polemizzato con quanto da me sostenuto nel mio recente intervento su alcuni temi di interesse consolare. Più in particolare, il sagace interlocutore respinge con tono sdegnato le mie osservazioni sulla ” miseria” dei quattro milioni di euro stanziati a favore dei Consolati.
Vorrei dire anzitutto che l’intervento del signor Natale mi ha rallegrato. È la prima volta, mi sembra, che si apre un ”dibattitto” sui Consolati, un argomento che merita, nel mio parere, un confronto corale. Evocando però la ”miseria” dell’intervento governativo, non si è voluto condannare l’impegno in materia dei deputati del PD, a cui rendiamo il dovuto onore. Si è voluto sottolineare l’inadeguatezza della misura, che appare, oltre che irrisoria, anche fuori bersaglio, perché sorvola sulla vera posta in gioco, che è quella di cambiare gli assetti organizzativi degli uffici consolari. E’ questa, nell’impressione di molti connazionali qui residenti, la sfida di cui anche la politica dovrebbe farsi carico.
Vorrei anche precisare che l’intervento del sottoscritto, contrariamente a quanto sembra sostenere il signor Natale, non aveva finalità recondite, di tipo politico.
Volendo restare coi piedi per terra, e lasciando perdere i giochi della politica, occorre concepire, nel parere di molti connazionali e mio personale, una vera rivoluzione amministrativa per dare efficienza ai servizi consolari. Ci vuole perciò più immaginazione, e, forse, più amore per i cittadini.
Per chi infatti si rivolge a un ufficio consolare, i disagi nell’accesso agli uffici e la lentezza delle procedure, sono un fatto reale, ma i correttivi non si vedono.
Da qui, la diffusa convinzione che occorra estendere anche alle sedi consolari l’esperimento che il Ministero dell’Interno ha felicemente avviato in Italia assieme a Poste Italiane, con lo scopo di offrire ai cittadini una vasta serie di servizi, del tutto analoghi per altro ai servizi che offrono, o dovrebbero offrire, i Consolati.
Si offre infatti all’attenzione un esperimento nuovo, di forte impronta manageriale che sfrutta con intelligenza le risorse dell’informatica e della cooperazione tra pubblico e privato. Per chi non lo sapesse, in Italia l’esperimento avviato dal Ministero dell’Interno sta riscuotendo il plauso dei cittadini e il convinto l’apprezzamento delle Istituzioni. Fino a ieri, per esempio, era quasi impossibile ottenere in tempi ragionevoli il rilascio del passaporto nelle Questure. Oggi, tutto ciò è storia, o si avvia a esserlo. Tuttavia di una cooperazione tra le Poste e i Consolati i signori diplomatici non vogliono sentire parlare e ci offrono infatti come utile palliativo uno stanziamento di quattro milioni di euro.
Cordialmente,
Gerardo Petta
“Lettera al Blog”
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