Il Governo svizzero rilancia la riforma pensionistica con un progetto che ricalca i contenuti di quella bocciata dal popolo lo scorso anno.
Dal 2014 le entrate e le uscite dell’AVS non sono più equilibrate. Da oggi al 2030 l’assicurazione avrà bisogno di circa 26 miliardi di franchi per garantire il livello delle sue prestazioni e il suo equilibrio finanziario.
Quindi una riforma volta a stabilizzare l’AVS è pertanto urgente e necessaria. L’età di riferimento delle donne passerà progressivamente da 64 a 65 anni, sia nell’AVS che nella previdenza professionale (Secondo Pilastro).
L’aumento avverrà in quattro tappe di tre mesi all’anno a partire dall’anno successivo all’entrata in vigore della riforma. Per attenuarne gli effetti, le donne beneficeranno di misure compensative.
Le donne e gli uomini potranno scegliere più liberamente il momento in cui iniziare a riscuotere la loro rendita di vecchiaia. Potranno infatti anticipare o rinviare la totalità o una parte della rendita tra i 62 e i 70 anni, anche nella previdenza professionale.
Anche la penalità sarà minore. Ora la pensione anticipata può essere richiesta solo a 63 anni e l’aliquota di riduzione annua è del 6,8 per cento, invece nel progetto AVS 2021 si potrà andare in pensione a 62 anni e l’aliquota di riduzione sarà del 4 per cento per un anno, del 7, 7 per cento per due anni e dell’11 per cento per tre anni.
Il progetto dovrà essere esaminato dal Parlamento e poi sottoposto alla votazione popolare.