Il dibattito ufficialmente è iniziato con la richiesta di tre deputati svizzeri al Parlamento elvetico all’inizio di giugno. L’urano Simon Stadler (Centro), della zurighese Corina Gredig (Verdi liberali) e dell’argoviese Matthias Jauslin (PLR) chiedevano di stabilire un pedagio a tariffa variabile per transitare nelle gallerie del San Gottardo e del San Bernardino.
Pedaggio più caro in occasione delle festività e delle vacanze nel periodo estivo e più economico negli altri periodi dell’anno. Un modo per ridurre e scaglionare i passaggi delle automobili nei periodi di punta.
Ma è possibile legalmente anche se un esempio di transito a pagamento è in atto per il tunnel del Gran San Bernardo in Vallese che collega la Svizzera e l’Italia.
Ma il pedaggio su suolo svizzero sarebbe compatibile con gli accordi bilaterali in vigore con l’Unione Europea? L’accordo sui trasporti terrestri con l’Ue prevede che l’utilizzo delle strade di principio sia gratuito. Ma vi sono eccezioni, le “misure Svizzere”: che ammettono pedaggi per l’uso delle infrastrutture speciali alpine (vale a dire: ponti o gallerie).
Per la verità questa discussione non è nuova. Sulla proposta del pedaggio il Parlamento svizzero si è già espresso una volta nel 2017: 32 favorevoli e 154 contrari.
Un’altra mozione in Parlamento a Berna è stata presentata nel 2021 per il pedaggio alle sole vetture straniere. Anche la seconda volta il Consiglio nazionale ha bocciato la proposta con 132 voti e 52 contrari.