Il Covid-19 ha messo a nudo i sistemi sanitari di tutti i Paesi del mondo. La riduzione di posti letto attuata negli ultimi anni per risparmiare sul sistema sanitario è stata fatale per molti Paesi. L’Italia in primo luogo, ma anche la Svizzera ne paga le conseguenze.
In Svizzera i posti letto negli ospedali sono 356 ogni centomila abitanti. L’Italia dispone di appena 262 posti letto ogni centomila abitanti. Per dare un’idea del rapporto tra posti letto ospedalieri e abitanti, l’Osce ha pubblicato nel corso di quest’anno una graduatoria nella quale figura all’ultimo posto il Messico con 138 posti letto, mentre al vertice troviamo il Giappone con 779 posti letto ogni centomila abitanti, seguito da Corea del Sud con 714 posti letto e Germania con 602 posti letto.
La Svizzera è quasi a metà graduatoria. L’Italia molto più giù. Ecco perché il Covid-19 picchia duro sia in Italia che in Svizzera. Per non parlare degli Stati Uniti che dispongono di 244 posti letto ogni centomila abitanti.
Ad aggravare la crisi sanitaria è soprattutto la penuria di postazioni per le cure intensive che si rendono necessarie per i malati di Covid gravi.
Anche qui troviamo Svizzera e Italia soffrire pesantemente. Sono entrambi sotto la media europea, anche se per queste postazioni non figurano graduatorie.
La Germania ha saputo rispondere bene sia alla prima ondata di marzo scorso che alla seconda di ottobre e novembre. E’ la prova della stretta relazione che c’è tra disponibilità di posti letto, e quindi di cure, e gravità del Covid.
In Italia le stazioni intensive sono appena seimila. In Svizzera meno di mille. La Germania ne dispone oltre dieci mila. L’Italia con il quaranta per cento di postazioni intensive occupate dalle cure per il Covid, cioè poco più di duemila, va in rosso, in Germania le strutture ospedaliere possono arrivare a ottomila. Una differenza che spiega la diversa capacità dei due Paesi di contrastare il Covid.
Non è tutta colpa del Covid.