Per essere esatti, molte fonti sono concordi nel dire che sia il 1839 l’anno di nascita della propria canzone napoletana. Non che in precedenza Napoli non avesse avuto una cultura musicale già nota, anzi, la musica nel folklore partenopeo è sempre stata molto fiorente e permise il nascere di numerosi brani popolari, anche se, in realtà, si trattava di brani musicali e canzoni differenti ma possiamo dire che la musica popolare prima dell’Ottocento ancora non presentava la struttura lirica tipica di quella che venne poi riconosciuta come la canzone napoletana classica. La questione delle origini della canzone napoletana presenta, infatti, diverse matrici dalle quali potrebbe essersi sviluppata. La tendenza più comune la vuole nata dai campi delle lavandaie di Antignano che, risalendo all’alba la collina del Vomero, solevano cantare ‘’Jesce sole’’ tutte insieme, anche per esorcizzare la stanchezza dalle fatiche. Ed è nel 400 che Alfonso d’Aragona istituì la sua prima scuola musicale ufficiale, cosicché da Napoli si diffuse in tutta Italia la ‘’villanella napoletana’’, anche se quelle veramente napoletane e non ‘’alla napoletana’’ furono pochissime perché sottendevano necessariamente alla conoscenza della musica. Nacque nel 600 ‘’Fenesta ca lucive’’ e ‘’Michelemmà’’, la prima venne attribuita a Vincenzo Bellini e l’altra a Salvator Rosa. Nel diciassettesimo e diciottesimo secolo la tradizione popolare ci venne trasmessa attraverso musicisti come Cimarosa, Paisiello e Pergolesi che solevano inserire nei loro spartiti brani di canzonette per vivacizzare le loro opere.
Il 7 settembre del 1839, venne presentata per la prima volta la canzone ‘’Te voglio bene assaje’’ alla Festa di Piedigrotta, il cui testo fu scritto da Raffaele Sacco mentre Filippo Campanella ne creò la musica. La canzone riscosse un successo clamoroso, si vendettero oltre 180.000 copielle, ovvero fogli con scritto il testo della canzone, attirando così l’attenzione di molti editori. Leggenda volle che, più tardi, si diffuse la notizia che l’autore del testo fosse stato in realtà Gaetano Donizetti. Come non ricordare Enrico Caruso, tra i primi agli inizi del ‘900 a portare il genere all’attenzione del mondo. Un attento studio della canzone italiana non può prescindere dall’analizzare la storia e l’evoluzione della musica napoletana, verso la quale la musica nazionale è in grandissimo e riconosciuto debito. Negli anni, l’appuntamento della Festa di Piedigrotta si dimostrò sempre più un importante momento di sperimentazione dei nuovi pezzi della canzone napoletana classica e del lancio degli stessi nel panorama musicale. Ma solo verso la fine del secolo e con l’avvento di musicisti come De Leva, Costa, Gambardella, De Curtis e poi Nardella, Tagliafini, E.A. Mario e poeti come Di Giacomo, Capuano, Bovio, Murolo, Nicolardi, ancora E.A. Mario e Russo che poi nacque il mito della canzone napoletana. Proprio a seguito di una discussione con Ferdinando Russo, si raccontò che anche Gabriele D’Annunzio si fosse cimentato nella stesura di un brano della canzone napoletana ‘’A Vucchella’’, per dimostrare la sua capacità di scrivere in lingua napoletana.
Negli anni Sessanta poi nacque il Festival di Napoli, antecedente al Festival di Sanremo, che impose così la canzone napoletana ad ampio raggio lungo penisola italica. Grazie al Festival, emersero personaggi importanti come Sergio Bruni, Mario Abbate, Angela Luce, Giacomo Rondinella, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Mario Trevi, Tony Astarita, Maria Paris, Mirna Doris e Mario Merola. Con il Festival di Sanremo, a questi nomi poi si affiancarono anche altri grandi interpreti come Domenico Modugno, Claudio Villa, Carla Boni, Wilma De Angelis, Ornella Vanoni e personaggi di scena, quali Renato Rascel, Franco Franchi, Nino Taranto e Oreste Lionello. Tantissime furono le canzoni note al grosso pubblico e, volendo fare un breve elenco, se ne possono annoverare alcune come ‘’Cicerenella’’, ‘’Lo Guarracino, la già detta ‘’Te voglio bene assaje’’, ‘’Santa Lucia’’,’’Funiculì Funiculà’’,’’Era de maggio,’’O sole mio’’,’’I’ te vurria vasà’’,’’Torna a Surriento’’,’’Comme facette mammeta’’,’’Tarantelluccia’’,’’Core ‘ngrato’’,’’Niní Tirabusciò,’’ ‘O surdato’nnamurato’’,