On. Ricciardi: “A rischio la doppia cittadinanza”

Ieri, lunedì 19 maggio 2025, in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati l’onorevole Toni Ricciardi (Pd) ha criticato aspramente il Governo per le nuove norme sulla cittadinanza italiana. Il resoconto del suo intervento.

Ieri, lunedì 19 maggio 2025, nella Ia Commissione Permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni), sede referente, della Camera dei Deputati è stato esaminato e dibattuto il DL 36/2025: Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza. C. 2402 Governo, approvato dal Senato.

Riportiamo il resoconto dell’intervento dell’Onorevole Toni Ricciardi (deputato del Partito democratico eletto in Europa) pubblicato sul sito della Camera dei Deputati.

Intervenendo sul complesso degli emendamenti, l’onorevole Toni Ricciardi sottolinea anzitutto la perplessità e l’amarezza del proprio gruppo parlamentare rispetto al provvedimento in esame, sia sotto il profilo del merito, sia con riguardo al metodo.

Auspica infatti che il decreto-legge sia ulteriormente modificato e, dunque, nuovamente esaminato dal Senato. Nel sottolineare la rilevanza della materia trattata, ricorda come presso l’altro ramo del Parlamento il dibattito sia stato acceso – anche tra le forze di maggioranza – in ragione del fatto che la tematica della cittadinanza investe espressamente i diritti delle persone. Evidenzia infatti come la cittadinanza costituisca un diritto, in virtù del fatto che l’Italia è uno Stato di diritto.

DUE MACROSCOPICHE ANOMALIE
Ritiene in particolare che il provvedimento presenti due macroscopiche anomalie. In primo luogo, evidenzia come l’acquisizione della cittadinanza iure sanguinis non debba essere stabilita in base a una data, ma debba sussistere alla nascita; qualsiasi forma di retroattività, a suo parere, appare incostituzionale. Dunque auspica che il provvedimento sia modificato, nel senso di disporre l’applicazione delle nuove regole a tutte le persone nate dopo il 27 marzo 2025.

Sotto un secondo profilo, ricorda che nel corso dell’esame al Senato è stata eliminata la condizione della nascita in Italia, elemento che a suo avviso costituiva un vero e proprio abominio, dal momento che il luogo di nascita è un dato del tutto legato a fattori casuali.

IL SALTO NEL PASSATO
Tuttavia, reputa che la modifica apportata in Senato abbia peggiorato nettamente il testo della norma, prevedendo come eccezione alla preclusione all’acquisto automatico della cittadinanza il caso in cui uno dei genitori, degli adottanti o dei nonni possieda «esclusivamente» la cittadinanza italiana. Reputa che tale modifica costituisce un vero e proprio salto nel passato, oltre a mettere a repentaglio il principio della doppia cittadinanza.

A suo parere, siffatta modifica non trova giustificazione neppure nella necessità di arginare quello che viene definito il «mercimonio» della cittadinanza italiana nei Paesi dell’America Latina; evidenzia, al contrario, che l’impatto più significativo rischia di manifestarsi in Paesi ben più vicini quali la Svizzera, la Germania e il Belgio, in cui già vivono tre o quattro generazioni di persone discendenti da emigrati italiani.

LE GENERAZIONI IN SVIZZERA GERMANIA E BELGIO
Sottolinea che per queste persone la doppia cittadinanza costituisce, nel processo di integrazione, un completamento dello status. Ricorda che egli stesso possiede la doppia cittadinanza; introdurre il requisito dell’esclusività – così come prefigurato dalle norme in esame – produrrebbe una situazione paradossale, per cui i diretti discendenti di un deputato della Repubblica Italiana rischierebbero di non essere cittadini italiani.

Fa dunque appello alle forze politiche, e in particolare al relatore, affinché il provvedimento sia modificato nel senso già illustrato. Nel caso di approvazione delle auspicate correzioni si impegna, a nome delle forze di opposizione, ad accelerare l’iter del provvedimento garantendo il necessario sostegno alla maggioranza.

APPELLO A MODIFICARE LA LEGGE
Ricorda inoltre che il prossimo 24 giugno la Corte Costituzionale sarà chiamata a esprimersi sul tema dello ius sanguinis.

Qualora il decreto-legge fosse approvato senza ulteriori modificazioni, a suo parere verrebbero introdotte disposizioni contrastanti con la Costituzione.

Conclude affermando di essere consapevole che la maggioranza possiede i numeri necessari per approvare il provvedimento nel testo licenziato dal Senato; in talcaso, preannuncia battaglia da parte delle forze di opposizione”.

Camera dei Deputati
Lunedì 19 maggio 2025 – Commissione I

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