On. Porta: “Meloni punisce gli italiani all’estero”

Il commento dell’onorevole Fabio Porta (Partito democratico) in merito all’approvazione alla Camera dei deputati della Legge di Bilancio per il 2025: “Dal Governo Meloni misure punitive contro il mondo dell’emigrazione e dell’immigrazione”. italoBlogger pubblica la parte che riguarda gli italiani all’estero.

“Con l’approvazione alla Camera dei deputati della Legge di Bilancio per il 2025 (passata al Senato per il voto definitivo previsto nelle prossime ore) sono state confermate dal Governo Meloni tutte le misure punitive contro il mondo dell’emigrazione, misure che inutilmente abbiano cercato di far annullare con i nostri emendamenti.

Lo stop per il 2025 adeguamenti Inps
Il provvedimento più grave è quello dello stop per il 2025 (ma ovviamente con conseguenze permanenti) alla perequazione automatica (l’adeguamento degli importi pensionistici agli aumenti del costo della vita) delle pensioni superiori al minimo erogate dall’Inps ai residenti all’estero.
Lo Stato italiano risparmierà circa 9 milioni di euro annui sulle già misere pensioni di decine di migliaia di cittadini italiani residenti all’estero. Si tratta di una misura di evidente inosservanza delle garanzie previste per lavoratori e pensionati dalla nostra Costituzione (principio di adeguatezza dei trattamenti previdenziali) e soprattutto dei principi sanciti dai Regolamenti comunitari e da quasi tutte le Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale che stabiliscono il divieto di discriminazione dei lavoratori migranti in materia di prestazioni previdenziali (che non possono essere ridotte o modificate per il solo fatto che il beneficiario risiede nel territorio di uno Stato diverso da quello nel quale si trova l’istituzione debitrice).

Eliminazione indennità disoccupazione
Altra misura penalizzante è l’eliminazione dell’indennità di disoccupazione fino ad ora prevista per gli emigrati che rimpatriano.
La nuova norma infatti stabilisce che le disposizioni previste dalla legge n. 402 del 1975 – che riconoscono il trattamento ordinario di disoccupazione (compresi anche gli assegni familiari e l’assistenza sanitaria per se’ e per i familiari a carico) per un periodo di 180 giorni ai lavoratori italiani rimpatriati, nonché ai lavoratori frontalieri, in caso di disoccupazione derivante da licenziamento ovvero da mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale da parte del datore di lavoro all’estero – non si applichino alle cessazioni del rapporto di lavoro intervenute a partire dal 1° gennaio 2025.

Aumento costi pratiche per la cittadinanza
Ulteriori misure penalizzanti per i discendenti dei nostri connazionali sono quelle che recano disposizioni in materia di riscossione di contributi per il riconoscimento della cittadinanza e per certificati o estratti di stato civile.
Viene ad esempio incrementato il diritto da riscuotere per il trattamento della domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana di persona maggiorenne (da euro 300 a euro 600) presentata presso le autorità diplomatiche all’estero; la norma introduce anche un contributo fino a 300 euro per le richieste di certificati o estratti di stato civile e anche i comuni potranno richiedere un contributo fino a 600 euro per le domande di riconoscimento della cittadinanza italiana sulla base dello ius sanguinis.
Inoltre viene previsto che il contributo dovuto per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana salga a 600 euro e la regola secondo cui, anche se la domanda è proposta nel medesimo giudizio da più parti congiuntamente, il contributo è dovuto per ciascuna parte ricorrente. Insomma una serie di misure volte a scoraggiare le richieste della cittadinanza da parte degli italo-discendenti”.