Oggi si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere proclamata nel 1965. Florence Nightingale, nata il 12 maggio 1820 detta la signora con la lanterna, è un’infermiera britannica pioniera della cure infermieristiche considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Pertanto numerose sono le iniziative che si tengono in molti Paesi del mondo.
Non vogliono essere chiamati eroi, ma professionisti. E come tali rivendicano di essere messi in condizione di lavorare in sicurezza, perché sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario. Ma così non è stato nei primi mesi di emergenza sanitaria scatenata dal coronavirus.
In tutto il mondo sono quasi 28 milioni di infermieri che rappresentano quasi il 60% degli operatori sanitari.
Si stima che il mondo avrà bisogno di altri 9 milioni di infermieri entro il 2030. In Italia, la carenza calcolata dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) è di circa 50mila infermieri.
In Svizzera la spia che rivela la faticosità della professione è l’abbandono prematuro del 46% di operatori. Ecco allora la necessità del sistema sanitario elvetico di importare infermieri dall’estero. Il cantautore elvetico Paolo Meneguzzi con la sua PopMusicSchool ha dedicato agli infermieri la sua canzone Vita.
L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene che “bisogna elevare lo status e il profilo dell’assistenza infermieristica e consentire agli infermieri di prendere il posto che spetta loro nel cuore delle sfide per la salute del XXI secolo”.