Nel 2020, 142 ospedali di cure acute, 15 case per partorienti, 50 ospedali psichiatrici, 50 cliniche di riabilitazione e 19 altre cliniche specializzate hanno trasmesso i loro dati. Le 276 strutture sanitarie sono distribuite in 574 località svizzere.
Rispetto al 2019, i giorni di cura sono diminuiti del 4,5% attestandosi a 11 094 844 giorni. Negli ospedali che offrono cure centralizzate la diminuzione dei giorni di cura è stata particolarmente marcata, facendo registrare una contrazione pari al 7,6% su base annua. Al contrario, nelle cliniche psichiatriche i giorni di cura sono aumentati dell’1,3% e in quelle di riabilitazione dello 0,9%.
Aumento di pazienti del settore ambulatoriale
Sebbene anche il settore ambulatoriale ospedaliero, per la prima volta dal 2015, abbia registrato un calo del numero totale di consultazioni (–3,1%), il tasso di crescita del numero di pazienti (4 459 987) ha invece ampiamente superato quello dell’anno precedente (il +5,3% contro il +2,7%). Questo aumento è in parte dovuto all’elevata quota di persone (3,4%) che hanno unicamente percepito prestazioni relative alla nuova tariffa della pandemia, nell’ambito di uno screening specifico alla COVID-19. Una larga parte di queste persone (42,5%) avevano tra i 20 e i 39 anni. Escludendo le persone che hanno unicamente percepito prestazioni associate alla tariffa specifica della pandemia, il numero totale di pazienti ha registrato un aumento più contenuto rispetto all’anno precedente (+1,9%).
Ricoveri per COVID-19
I primi ricoveri con una diagnosi di COVID-19 confermata sono stati registrati nel febbraio 2020. Alla fine dell’anno sono stati contati un totale di 36 244 ricoveri con diagnosi di COVID-19 in ospedali o reparti di cure acute. La maggiore quota di ospedalizzazioni è stata registrata in Ticino, con 79 casi ogni 10 000 abitanti. A livello svizzero la quota di uomini ricoverati in ospedale era pari al 57% e quella di donne al 43%, per un’età media di 68 anni. Per 4765 ospedalizzazioni con una diagnosi di COVID-19 nel settore delle cure somatiche acute (il 13% dei casi) è stato necessario un trattamento in un’unità di terapia intensiva. La mortalità di queste persone ricoverate in terapia intensiva è stata del 26% (per i casi senza diagnosi di COVID-19 la quota è stata dell’8%). Nel complesso, le persone decedute in ospedale con o per COVID-19 sono state 4551. L’età media di queste ultime era di 80 anni.
Forte incremento delle polmoniti
La diagnosi principale più frequente dei casi di ospedalizzazione con una diagnosi di COVID-19 era la polmonite, seguita da sepsi, febbre e tosse. Nel 2020 si sono registrati 60 262 casi di polmonite, il 42% dei quali nel contesto della COVID-19. Nel 2019 le polmoniti erano state circa 49 000 e dieci anni fa, nel 2011, 36 000. Mentre negli ultimi anni in media il 10% di questi pazienti sono deceduti in ospedale, la quota di quelli con una diagnosi di COVID-19 era del 15%.
Aumento del 7,3% dei costi per ogni caso
Nel 2020, con 19,4 miliardi di franchi i costi per le prestazioni stazionarie sono aumentati dell’1,7% rispetto all’anno precedente, mentre quelli relativi alle prestazioni ambulatoriali sono cresciuti del 3,1%, attestandosi a 8,7 miliardi di franchi. Poiché nel 2020 questo aumento dei costi è stato accompagnato da una diminuzione delle ospedalizzazioni, i costi per degenza sono saliti del 7,3%, raggiungendo i 14 180 franchi.
Ampliamento del personale anche nel 2020
Il 31 dicembre 2020 nel settore ospedaliero svizzero lavoravano 228 800 persone (+3,5%). Il volume di occupazione ammontava a 174 593 equivalenti a tempo pieno (ETP). Hanno registrato un aumento particolarmente forte il personale amministrativo (+5,5%) e quello del corpo medico (+4,6%), un aumento medio il personale di cura (+3,4%) e quello del servizio tecnico (+3,3%), mentre il personale del servizio sociale (+3,0%), quello medico-terapeutico (+3,0%) e quello medico-tecnico (+2,7%) hanno fatto registrare un incremento al di sotto della media.