Micheloni: “Abruzzo, no al colonialismo leghista”

micheloniDomenica 10 febbraio 800 mila elettori ed elettrici chiamati alle urne per il nuovo consiglio regionale dell’Abruzzo.

Il richiamo delle radici è sempre molto forte per chiunque. Anche per il senatore Claudio Micheloni, che ha lasciato la politica attiva nello scorso febbraio 2018 dopo essere stato eletto per tre volte in Europa dal 2006. Ma a queste elezioni, come nelle altre, ha voluto esserci.

L’Abruzzo è una delle più piccole Regioni d’Italia (1.300 mila abitanti, quattro province e 305 comuni), ma ha fatto parlare di sé in queste ultime settimane che hanno preceduto il voto per il rinnovo del Consiglio regionale del 10 febbraio. Una terra di conquista per la politica romana che ha attratto quasi tutti i leader nazionali.

Il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, il leader dei 5Stelle e vicepremier Luigi Di Maio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la “capa” dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sono stati ripetutamente nelle città di Teramo, L’Aquila, Pescara e Chieti.

La partita è troppo importante per questo governo e per i due partner Lega e M5S. È in gioco la popolarità della politica giallo-verde e la leadership tra Salvini e Di Maio. Per loro corrono alla presidenza della Regione Sara Marcozzi (5Stelle) e il senatore Marco Marsilio (centrodestra).

Il centrosinistra invece ha tenuto il profilo basso e si è affidato al prestigio del Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini. Senatore e due volte Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,  abruzzese vero, di Roccamontepiano in provincia di Chieti. Il candidato alla presidenza della Regione Abruzzo del centrosinistra ha realizzato una vasta alleanza civica di 8 liste e 232 candidati di tutti i comuni abruzzesi.

Proprio per dare manforte al suo amico Legnini il senatore Claudio Micheloni è tornato per una settimana in Abruzzo. A Teramo ha partecipato ad una grande assemblea con Legnini e il candidato locale Sandro Mariani, e nei comuni di Campli e Giulianova ha incontrato tanti amici e parenti.

“Nel mio piccolo non potevo far mancare l’appoggio e il sostegno ad una personalità di primo piano che ho sempre stimato. Giovanni Legnini lo vedevo già 5 anni fa alla guida della nostra Regione. È un uomo che sa ascoltare e unire, adatto al governo dell’Abruzzo per le sue capacità politiche e qualità morali. Conosce il territorio, le istituzioni locali e nazionali. Spero tanto che tutti insieme riusciamo a respingere questa campagna colonialista della Lega di Salvini”.

Claudio Micheloni è sorpreso dalla penetrazione sociale del messaggio “salviniano”. Però è convinto che gli abruzzesi con la loro saggezza non si lasceranno ingannare perché hanno capito che “Questi dal 10 febbraio non si faranno più vedere”. Resterà a Campli fino alla metà della prossima settimana. “Voglio seguire la fase elettorale fino al termine e festeggiare la vittoria di Legnini”.