Qualche settimana fa lo abbiamo visto in gara sul palco dell’Ariston per la 70ª edizione del Festival di Sanremo, un ritorno dove tutto è iniziato nel 1990 con la vittoria del brano “Disperato” tra le nuove proposte della kermesse.
Nello stesso anno usciva nei negozi Marco Masini, l’omonimo primo album dell’artista toscano, che nel corso degli anni ha pubblicato undici album in studio rimasti nel cuore degli italiani. Indimenticabili anche singoli come T’innamorerai, Bella stronza, Ci vorrebbe il mare, L’uomo volante, Raccontami di te o, ancora, Spostato di un secondo, brano con cui ha partecipato per l’ottava volta al Festival di Sanremo.
«Il 2020 sarà un anno importante, perché festeggeremo i nostri 30 anni di musica, canzoni, concerti, vita insieme… io e voi!», ci dice Marco Masini durante l’intervista, «C’è anche il disco e un tour nei teatri per ritrovarci e fare festa insieme». La tournée celebrativa partirà ufficialmente ad aprile 2020 con tappe nei teatri europei di Mons, Liegi e Zurigo, per poi arrivare nelle principali città italiane con tanti spettacoli in programma fino al mese di maggio.
Il confronto, il brano che porta il titolo della canzone di Sanremo, è quello che avviene con se stesso. Masini si racconta : «È un bilancio della mia vita, mi confronto con scelte e con quello che la vita mi ha portato ad essere, oggi. Ci sono state imperfezioni, scelte forse sbagliate, ma non è mancato mai l’amore, con il dolore provato e causato, il sentirsi a volte colpevole, a volte vittima di un sentimento. C’è la passione per il calcio, il bilancio di chi è pronto davvero a guardarsi allo specchio e giudicarsi».
Questo è Il confronto, canzone contenuta nell’album Masini +1 30th Anniversary al quale hanno dato il loro contributo moltissime star della musica italiana, Eros Ramazzotti, Giuliano Sangiorgi, Jovanotti, Luca Carboni, Nek, Umberto Tozzi, Ermal Meta, Francesco Renga e tanti altri, alcuni dei quali saranno ospiti anche dell’ultima data del tour che si concluderà il 20 settembre all’Arena di Verona.
Ma Marco, trent’anni fa pensavi di arrivare fin qui?
“Devo dire la verità no, la musica era per me un sogno e quel Sanremo lì poteva rappresentare forse il punto più alto della mia carriera. Invece è andata avanti, è cambiata, da musicista, turnista, accompagatore, arrangiatore, sono diventato solista, cantautore, sono riuscito a reggere nel tempo e superare molti momenti difficili”.
Per realizzare il nuovo album hai avuto anche la stima e l’affetto di tanti colleghi.
“Sì, ma la cosa che mi ha colpito è che non c’è stato bisogno di fare selezione di canzoni, ogni brano è venuto da se, per istinto, naturalmente. Con Giuliano Sangiorgi aveamo già cantato « Ci vorrebbe il mare a » un compleanno di Francesco Nuti, di cui entrambi siamo amici e soffriamo per le condizioni in cui è; con Ramazzotti quando ci siamo conosciuti abbiamo immediatamente fatto un parallelo tra « Terra promessa » e « Disperato »; Lorenzo è stato il primo a chiamarmi dopo aver sentito « L’uomo volante », insomma, non c’è stato bisogno di scegliere, l’obbiettivo era quello di fare in modo che ogni canzone avesse senso per ognuno di noi oggi”.
Nelle polemiche festivaliere ti hanno citato per canzoni come « Bella stronza »…
“È una cosa senza senso, allora bisognerebbe criticare Totò per Malafemmena o Cocciante per Bella senz’anima. Ogni canzone è figlia del suo tempo, non ha senso prendere una canzone di tanti anni fa e giudicarla con il metro di oggi. Canzoni come Bella stronza o Vaffanculo raccontano un momento, di certo non le considero degli sbagli”.
Contento di ritornare in Svizzera?
«Contentissimo. Per me è sempre una grande emozione tornare in Svizzera e a Zurigo dove ho molti amici. Non vedo l’ora».
Concerto: mercoledì 15 aprile, ore 20, Club Kaufleuten Zurigo
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