MAELI, con una originale rivisitazione di “Polvere”

Recuperato“Polvere” è il singolo di esordio di MAELI, una scelta voluta fortemente ad anticipare i brani inediti a cui l’artista sta lavorando, in quando rappresentativa del suo mondo e introduzione alle sonorità che lo caratterizzano; musicalmente, pertanto, lo si può definire un inedito, per la rivisitazione originale proposta, grazie agli arrangiamenti di Giancarlo Di Maria: pur rispettando la composizione, l’arrangiamento infatti è stato totalmente rivisto, portando il brano ad un genere che possiamo definire “SinfoEtnoRock”; degno di nota l’uso della fisarmonica, elemento caratterizzante di tutto il progetto.

Il brano è accompagnato da un video per la regia di Milo Barbieri: una chitarra funk, un sapiente uso del montaggio e tutta la nostalgia di una fisarmonica sostengono la voce di Maeli nel conferire nuova linfa vitale al classico di Enrico Ruggeri, attraverso immagini, quasi oniriche, confuse come i ricordi citati nel testo, panorami sonori che mescolano suggestioni di ieri ad un retrogusto moderno.

Ne abbiamo parlato con la stessa artista…

Perché la scelta di “Polvere”?
Polvere è un brano moderno per il suo tempo e di forte personalità, i chiaro scuri che lo contraddistinguono si trovano anche nel mondo di Maeli. Con gli arrangiamenti del produttore Giancarlo Di Maria, assume una veste inedita. È un brano che comunque racchiude il mistero. Mi è sempre piaciuto, nonostante non sia della mia generazione, l’atmosfera e soprattutto il testo li ho sempre sentiti vicini al mio mondo;  lo abbiamo provato con i miei musicisti Maurizio e Valerio Venturi, Alberto Zapparoli e Manuela Turrini e grazie  a questa nuova “veste” lo sento del tutto mio”.

Raccontaci qualcosa del video?
Milo Barbieri, ammiccando a Kubrick, ha saputo vestire il brano perfettamente. Con queste immagini inusuali di una campagna fatta di geometrie moderne, interni d’autore e luci sapientemente dosate. Il video è in sintonia col mio modo di essere e rappresenta appieno l’atmosfera del brano.

Che significa Maeli?
Alla fine di una serata di prove ho chiesto una mano ai musicisti per la scelta del nome perché a me non veniva in mente niente che mi piacesse. Dopo centinaia di proposte irripetibili uno di loro mi ha detto “ma, Eli?”, il suono ha subito catturato la mia attenzione e pensandoci era anche una buona sintesi del mio nome.

Come nasce il progetto?
Il progetto nasce dall’esigenza di raccontare storie e, come dice un mio amico, per dovere di riempimento. Nel 2017 ho contattato Maurizio Venturi, col quale avevo già collaborato, per proporgli delle idee; idee che a quanto pare sono piaciute visto che ha deciso di condividerle con suo fratello Valerio, bassista di lunga esperienza. Decidiamo quindi di formare una band chiamando Alberto Zapparoli alla batteria e di preparare una demo da proporre. Portiamo i brani all’ascolto di Giancarlo Di Maria di Parametri Musicali che cestina il 99% del nostro lavoro salvando solo un brano. Da quel brano nasce Maeli, completata nei colori dall’arrivo della Maestra Manuela Turrini su idea del produttore.

Qual è stato il tuo percorso musicale fin qui?
Ho iniziato a cantare da bambina grazie al coro in chiesa. Nei vari campi estivi, sperduti in mezzo alle montagne, visto che ero diventata quella “canta tu che hai una bella voce” ho deciso di formare il mio primo gruppo musicale. Da li ho capito che non avevo scelta, dovevo cantare, quindi abbiamo iniziato a farci tutte le feste parrocchiali della zona in cambio di due crescentine e un coca cola. È partita così la mia gavetta, fatta di anni di gruppi e piano bar. Nel 2012, l’incontro con Maurizio Venturi fa nascere la voglia di un progetto inedito. Suoniamo brani originali per qualche anno nei locali di Bologna e provincia, fino al 2017 quando prende vita Maeli.

Progetti in cantiere?
In questo momento il progetto è di completare l’album e preparare lo spettacolo da portare al pubblico.

Ph. Milo Barbieri

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