L’italiano in Svizzera sta bene, non benissimo!

Dante svizzeraSeminario del Gruppo Interparlamentare Italianità sulla lingua di Dante nella Confederazione Elvetica.

Come sta l’italiano in Svizzera? È vivo, ma bisogna fare di più, per farlo stare meglio. È questa la conclusione di un recente seminario promosso dal Gruppo Interparlamentare Italianità. Copresieduto dall’on. Silvia Semadeni e dall’on. Roberta Pantani, il Gruppo Interparlamentare Italianità, fondato nel 2012 su iniziativa della Deputazione cantonale e federale ticinese, è impegnato a dare visibilità alla cultura italiana in Svizzera promuovendo attività a favore di questa componente essenziale del Paese.

In un rapporto del 2017 è stato rilevato che in Svizzera il 62,6 della popolazione parla il tedesco, il 22,9 il francese, l’8,2 l’italiano e lo 0,5 il Romancio. Questo è il quadro del quadrilinguismo nella Confederazione elvetica. Seguono le altre lingue più diffuse: l’inglese (5,4%), il portoghese (3,7%) e l’albanese (3,2%9). Quindi la lingua di Dante non è in pericolo nella Confederazione. Ma la sua presenza potrebbe e dovrebbe essere maggiore.

La realtà di questa lingua è sfaccettata e complessa. Pur lingua di minoranza, più di due milioni di persone residenti in Svizzera ne hanno una qualche competenza. A favorire la lingua di Dante contribuisce un’ordinanza federale che la tutela: nei Licei svizzeri può essere portata come materia di esame per ottenere la maturità. Tuttavia la situazione non è così confortante. Quasi la metà dei Cantoni tedeschi non offre l’italiano o lo fa con mezzi insufficienti. Nelle scuole professionali l’italiano non è offerto e questo è un problema se si pensa che soprattutto nella Svizzera tedesca più dei due terzi dei giovani prosegue gli studi con i percorsi professionali.

Sullo stesso tema si è svolto il 1 dicembre scorso a Zurigo un convegno organizzato dal Comites. Tante iniziative che contribuiscono a tenere alta l’attenzione per l’Italiano.