Dopo l’ampia maggioranza alla Camera dei Deputati, 321 sì, 259 no e 27 astenuti, ieri a Palazzo Madama, dove erano presenti 313 senatori, hanno votato in 312, con 156 sì, 140 no e 16 astenuti. Giuseppe Conte va avanti con il suo governo.
Così si chiude la crisi politica che Matteo Renzi ha aperto da oltre un mese, cioè da quando ha iniziato a logorare il premier con continui colpi ai fianchi. L’obiettivo era chiaro: sostituire Giuseppe Conte alla guida del governo con una figura istituzionale e apparire il registra di una nuova fase politica che avrebbe dovuto portare anche alla elezione del nuovo presidente della Repubblica l’anno prossimo.
Ma così non è andata. Conte ha accettato la sfida e ha vinto, per poco, però ha messo all’angolo Renzi, che ha dovuto arrendersi, con l’astensione di Italia Viva per evitare la spaccatura del partito e dare in dote al governo una parte dei suoi sedici senatori.
Ora si apre la fase due del governo M5S e Pd. Da soli, pur avendo rafforzata la loro alleanza, non ce la faranno. Occorre un altro alleato per dare credibilità ed energia al piano di rilancio dell’azione di Giuseppe Conte.
I due senatori del partito di Berlusconi ci sono già, il Maie all’estero anche, i centristi di Bruno Tabacci pure, i socialisti di Nencini anche. Altri sicuramente arriveranno per formare la terza gamba del governo. Conte ne è convinto.