“L’Italia è bellissima e… cinica”

Davide_BarilliColloquio con Davide Barilli, giornalista e scrittore, autore di “Cuba. Altravana”. Dell’Italia ama la sua diversità, paese per paese, frazione per frazione. Però è “anche cinica e sempre meno generosa”.

Giornalista, scrittore, il suo ultimo libro è “Cuba. Altravana. Nel cuore di una città perduta”: un reportage di ciò che sopravvive dell’Avana letteraria, quella di Senel Paz (sceneggiatore del celebre “Fragola e cioccolato”), di Guillermo Cabrera Infante, conosciuto come l’illusionista delle parole, l’Avana di Miguel Barnet, tra i maggiori scrittori latino-americani contemporanei, e ancora l’Avana di José Lezama Lima, Reinaldo Arenas, Leonardo Padura Fuentes, Alejo Carpentier e molti altri. Un viaggio nel cuore della città, ricca di artisti, pittori, scultori, musicisti. Un racconto che porta lungo le strade decadenti e devastate, nell’anima vera di Cuba.

Davide, cosa ti piace di quest’isola?
Le contraddizioni: è in bilico, magnifica e disperata.

Cosa non ti piace?
Di Cuba non mi piacciono…le contraddizioni.

L’Avana oggi?
Essere a L’Avana oggi vuol dire toccare con mano la voglia di credere che il presente (e il futuro) possano essere altra cosa: non solo fiesta e rum per tutti. Ai giovani, quelli che trascorrono le notti sul Malecón a caccia di turisti, quelli che farebbero carte false pur di comprarsi il nuovo I-Phone, interessa altro. Vogliono vedere le frontiere spalancate, internet libero per tutti e a costi accessibili.

Un’isola che conosci bene.
Avevo voglia di dare una risposta personale alle interpretazioni ideologiche o contro ideologiche che, entrambe, non mi convincevano. Il mio interesse per Cuba nasce dal desiderio di vivere sull’orlo di un abisso. Dall’impulso di fare un salto nel tempo. Dall’amore per la bellezza.
La stessa bellezza che ti lega all’Italia. Sì, l’Italia è bellissima.

Altro?
Anche cinica e sempre meno generosa.

L’Italia ti sembra un paese fermo?
Sì.

Cosa ami dell’Italia?
La sua diversità, paese per paese, frazione per frazione.

Cosa non ami?
Il fatto che non ha rispetto del proprio passato. Non sa dare futuro ai giovani. Non sa più indignarsi.

Cosa vorresti dire a chi grida “Prima gli italiani”?
Vorrei gridassero: prima la legalità e la giustizia.

Gli italiani, i viaggiatori intendo, agli occhi dei cubani.
Se non ti fai conoscere in profondità pensano che tu sia un cajero automàtico ovvero un bancomat ambulante.

Se fossi un super eroe.
Ridarei speranze e obiettivi ai giovani, i più indifesi.

Cosa manca all’Italia?
Non sa fare i conti con i propri orrori. Sì, orrori, non errori. Penso alle mancate risposte, ai troppi misteri degli ultimi decenni, da Bologna alle stragi di mafia.

Italiani che stimi.
Molti. A caldo dico Rocco Chinnici, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone.

Libro preferito?
Ne dico due: “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Màrquez e “Pedro Pàramo” di Juan Rulfo.

La missione dello scrittore?
Scrivere libri autentici.