L’Enrico Fermi in visita al Binario 21 a Milano

In occasione del 80° Anniversario della Liberazione del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz – Birkenau, le alunne e gli alunni della Fermi di Zurigo visitano il Memoriale della Shoah.

Nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale di Milano, e più precisamente al di sotto del Padiglione Reale costruito per ospitare la famiglia dei Savoia in attesa del proprio convoglio, si trova il Binario 21 dove tra il 1943 e il 1945 partirono ventitré treni diretti ad Auschwitz e ad altri campi di concentramento e di sterminio. Nei vagoni, originariamente destinati al trasporto postale, vennero stipate migliaia di persone perseguitate dagli occupanti nazifascisti: erano soprattutto ebrei, ma anche partigiani e dissidenti politici.

Oggi quel binario ospita il Memoriale della Shoah che le alunne e gli alunni della scuola secondaria paritaria Enrico Fermi di Zurigo hanno avuto l’occasione di conoscere e visitare, accompagnati dai propri docenti, nelle giornate a ridosso del Giorno della Memoria.

Grazie ad una lezione propedeutica tenuta a scuola nei giorni precedenti dal docente di Lettere Giuseppe Torregrossa e alla preziosa guida della Fondazione che gestisce il Memoriale, Nicola Salmoiraghi, gli alunni e le alunne della Fermi hanno potuto visitare questo luogo “nascosto” al di sotto del manto stradale, la cui posizione permetteva all’esercito tedesco di eseguire nella maniera più discreta possibile i trasporti in loco e le partenze. Una preziosa introduzione è stata fornita alle/ai discenti presso l’atrio del Memoriale dominato da un lungo muro lacerato al centro, nel quale è incisa la grande scritta “Indifferenza”. Concetto che risuona nella Storia delle persecuzioni nazifasciste e che Liliana Segre, ebrea milanese, deportata ad Auschwitz proprio dal Binario 21, ha voluto sormontasse l’ingresso di questo luogo. Un monito iniziale per i ragazzi e le ragazze di oggi e di domani ad essere testimoni di Storia e a non voltare il capo dinanzi agli orrori e alle barbarie del razzismo e di ideologie ispirate al nazifascismo.

Un percorso quello del Memoriale che ha dato la possibilità ai ragazzi e alle ragazze della Fermi di entrare in uno dei vagoni merci originali in cui i/le prigionieri/e venivano obbligati a salire, carro che grazie a un ascensore montavagoni li avrebbe condotti prima al binario all’aria e poi, agganciati al carro locomotore, verso i luoghi del male. Un’esperienza forte che ha permesso alle ragazze e ai ragazzi una sorta di immedesimazione in quei prigionieri, spesso giovanissimi e quindi loro coetanei, nel loro terrore, nella loro adolescenza violata soltanto perché ebrei o appartenenti ad altre minoranze perseguitate.

Non si conoscono con esattezza i numeri reali dei deportati dal Binario 21, si conoscono tuttavia i nomi di 774 prigionieri/e che da lì salirono su questi vagoni merci diretti ai campi di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenbürg, Fossoli e Bolzano. Soltanto 27 persone deportate dal Binario 21 sopravvissero. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre. I 774 nomi dei/delle deportati/i sono scolpiti nel Muro dei nomi del Memoriale a riempire, muti, questo spazio di atroce conoscenza, fra questi solo 27 sono evidenziati, sono i nomi dei/delle sopravvissuti/e, luci di memoria che la giornata di liberazione del 27 gennaio del 1945 li trasformerà in testimoni di Storia.

La visita al Memoriale da parte delle alunne e degli alunni della Fermi si è conclusa nel cosiddetto Luogo di Riflessione, dalla parte opposta del montavagoni, spazio a sezione tronco-conica nel quale i ragazzi e le ragazze, dimostrando un’attenzione e una consapevolezza straordinari, hanno potuto riflettere, pensare, trattenere nella propria memoria le atrocità commesse dal regime nazifascista, da un’ideologia razzista e xenofoba che non può e non deve trovare più spazio nella Storia dell’umanità. Affinché i nostri giovani siano davvero promotori e costruttori attivi di pace e di quel “Mai più, per nessuno e in nessun luogo”.

Questo è il semplicissimo messaggio, da nonna, che io vorrei lasciare ai miei nipoti e a tutti i miei futuri nipoti ideali: che siano in grado di fare la scelta, e con la loro responsabilità e con la loro coscienza essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra i fili spinati del mondo.” Liliana Segre

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