L’emigrazione italiana in Svizzera e l’epatite C

epatiteCiclo di conferenze dedicate all’epatite C, un virus che colpisce il fegato. La prima avrà luogo il 6 febbraio 2022, alle ore 11.30 presso la Chiesa evangelica di lingua italiana - Waldenser Zwinglihaus, Aemtlerstrasse 23, 8003 Zurigo.

A causa di trasfusioni, trapianti prima del 1992, ma anche di disattenzioni o mancata igiene durante pratiche mediche effettuate in Italia negli anni ’60, ’70 e ’80, molti degli italiani emigrati in Svizzera in quegli anni potrebbero essere affetti da epatite C a loro insaputa.

Infatti, secondo i dati del sistema di dichiarazione per malattie infettive dell’Ufficio federale della sanità pubblica gli immigrati di prima generazione (60+) provenienti dall’Italia, in media sono più frequentemente colpiti dall’epatite C rispetto ad altri gruppi della popolazione presenti in Svizzera.

Ma cos’è l’epatite C? È un virus che può danneggiare il fegato anche gravemente. La cosa subdola di questo virus è il fatto che non dà particolari sintomi che ne permettano il riconoscimento precoce. Possono quindi passare anche diverse decine di anni, senza che la persona affetta se ne accorga. Mentre l’esito della malattia può anche essere letale, la cura è facile e nella maggior parte dei casi priva di effetti collaterali.

Per questo l’Associazione di Epatite Svizzera ha chiamato in vita un progetto che si indirizza proprio agli emigrati italiani di prima generazione presenti in Svizzera! Esso ha lo scopo di informare e invitare queste persone a sottoporsi al test affinché questa malattia possa essere definitivamente debellata.

A tale proposito sono previste delle conferenze sull’argomento nei prossimi mesi. La prima avrà luogo il 6 febbraio 2022, alle ore 11.30 presso la Chiesa evangelica di lingua italiana – Waldenser Zwinglihaus, Aemtlerstrasse 23, 8003 Zurigo. L’ingresso è gratuito. L’evento si svolgerà nel rispetto delle normative covid vigenti. È richiesta l’iscrizione al contatto qui di seguito.

Per maggiori informazioni: www.bel-paese.ch

Contatto: erminia.gagliotta@epatite-svizzera.ch

Appello: Al fine di sensibilizzare la popolazione italiana presente in Svizzera sull’argomento stiamo cercando delle persone (60+) guarite dall’epatite C disposte a raccontare la loro storia così come ha fatto il nostro testimone L.F. qui di seguito.

(Chi fosse interessato può rivolgersi al contatto sopra riportato)

Testimonianza di un ex malato di epatite C
“Di solito quando si parla di malattie pensiamo sempre agli altri. Gli altri, purtroppo, siamo anche noi. Da asintomatico, senza specifici sintomi, nel 2006 mi viene diagnosticata l’epatite C. Un’infiammazione infettiva del fegato da parte di un virus, appunto l’epatite C. La malattia viene trasmessa tramite contatto sanguigno da una persona infetta.

Per me, la trasmissione è rimasta ignota, incerta, vista la mancanza di trasfusioni sanguigne, trapianti di organi, utilizzo di siringhe e aghi per la somministrazione di stupefacenti, o altro. Sono stato attento e responsabile verso gli altri. Ho sempre comunicato il mio stato evitando in questo modo eventuali ulteriori trasmissioni. Durante tantissimi anni sono stato seguito e debitamente consigliato da personale medico altamente specializzato all’ospedale cantonale di San Gallo. I test, quasi semestrali o annuali, vertevano sui seguenti controlli:

  1. a) un controllo strumentale, ecografia addominale sullo stato di salute del fegato, reni, e altri organi, così come un fibroscan per valutare una eventuale fibrosi epatica.
  2. b) un controllo ematologico per la diagnosi ed eventuale terapia specifica per questa malattia.
  3. c) un colloquio personale, con i medici responsabili, indispensabile e utile, secondo me, per valutare l’aspetto psicologico del paziente.

L’epatite C è mortale, ma curabile. Da molti anni esistono dei medicamenti per curare l’epatite C. Uno di questi mi è stato proposto, all’inizio della malattia e in seguito, ma da me sempre rifiutato o rimandato a causa sia per gli effetti collaterali, così come per il mio asintomatico stato della malattia. Con l’avvento di nuovi farmaci per la cura dell’epatite C, quest’anno, mi sono deciso a iniziare la terapia con uno di essi. La terapia prettamente farmacologica prevede l’assunzione di una pillola ogni mattina, alla stessa ora, per novanta giorni consecutivi. Nessun effetto collaterale. Perfetto. Gli esami e controlli effettuati dopo il trattamento hanno dato esito positivo. GUARITO DAL VIRUS. Carissimi tutti, il mio consiglio: fate un controllo, fatevi curare. La vita appartiene a noi e viverla in modo sano è bello.

L.F. – 9404 Rorschacherberg