Mai vivendo l’intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini”, sono le ultime frasi proferite da Bartolomeo Vanzetti, pescivendolo piemontese, davanti alla giuria di un tribunale americano che, unitamente al suo compagno Nicola Sacco, calzolaio pugliese, li condannava alla pena di morte, per il tramite della sedia elettrica, in quanto ritenuti colpevoli di rapina e duplice omicidio.
Un verdetto emesso da una giuria manipolata, corrotta e razzista nel contesto di un processo da farsa; i due imputati italiani erano innocenti e ne erano consapevoli giudici, procuratori e membri della giuria.
Il pugliese Nicola Sacco della provincia di Foggia ed il piemontese Bartolomeo Vanzetti della provincia di Cuneo giunsero negli Stati Uniti nell’aprile del 1909, un momento storico di emigrazione di massa dall’Italia verso l’Eldorado nordamericano, in cerca di un dignitoso lavoro per poter guadagnare onestamente il pane quotidiano per la propria sopravvivenza.
L’ARRIVO NEGLI USA DI SACCO E VANZETTI
Al centro di immigrazione i due italiani subirono con l’autorità per stranieri il primo impatto negativo con effetto traumatizzante, un’amara esperienza di cui il medesimo Vanzetti in sede processuale nel corso di un’udienza come di seguito riferisce: “Gli emigranti al loro arrivo venivano condotti in un grande salone per essere smistati, era un trattamento da animali. Non una parola gentile o di conforto che avesse potuto alleggerire il gravoso fardello di nostalgia e tristezza che affligge dolorosamente ogni povero arrivato”.
Ambedue, possedendo un critica capacità di discernimento e disponendo di una buona cultura umanistica, s’interessavano di letteratura filosofica-letteraria leggendo autori come Karl Marx, Victor Hugo, Darwin, Gorgij, Tolstoj, Emil Zola e Dante.
Sacco trovò immediatamente lavoro stabile presso una fabbrica di calzature a Milford, nel Massachusetts, mentre Vanzetti, dopo numerosi lavori occasionali, decise di mettersi in proprio svolgendo l’attività di pescivendolo.
I due emigrati incontratisi in occasione di uno sciopero contro la Playmouth Cordage Company, contrassero immediatamente amicizia e in un secondo tempo fondarono un collettivo anarchico, al quale aderirono numerosi emigrati italiani di orientamento culturale di sinistra.
IL GRUPPO DI ANARCHICI ITALIANI
Il gruppo di anarchici italiani assunse un atteggiamento critico contro il governo USA per la sua politica belligerante, avendo deciso di partecipare alla prima guerra mondiale 1915-18, contrariamente alla dottrina di non interferenza di James Monroe.
Il medesimo V presidente USA James Monroe, nel suo messaggio annuale del 12 dicembre 1823, testualmente affermava: “L’America agli americani e l’Europa agli Europei”; con tale dichiarazione il presidente confermava ufficialmente l’assoluta supremazia della nazione nordamericana e auspicava la non ingerenza di potenze coloniali europee negli affari interni del suo paese.
Tutti i membri del collettivo per evitare la chiamata alle armi e non partecipare alla guerra si trasferirono in Messico, in quanto per un anarchico non esisteva cosa peggiore che uccidere o morire per motivi politici di uno stato.
Sacco e Vanzetti al termine della guerra rientrarono nel Massachusetts, ignari di essere stati registrati dalla FBI e inseriti in una lista speciale, gestita direttamente dal ministero di giustizia per individui sovversivi, ritenuti nemici della nazione, ivi compreso il tipografo Andrea Salsedo.
Il tipografo italiano, per atteggiamento politicamente sovversivo inquisito dalle autorità giudiziarie, durante un serrato interrogatorio notturno il 3 maggio 1920 veniva assassinato dalla polizia scaraventandolo giù dal quattordicesimo piano di un edificio del ministero di giustizia.
LE PROTESTE PER L’ASSASSINIO DI ANDREA SALSEDO
I due emigrati italiani, in segno di protesta per l’assassinio politico del loro amico e nell’intenzione di far luce su tale nefasto evento, organizzarono nell’anno 1920 un comizio. Durante la manifestazione, il 5 maggio 1920, Sacco e Vanzetti vennero arrestati e processati per possesso di armi e materiale politicamente sedizioso.
Nel corso del processo i due imputati italiani venivano ulteriormente accusati di rapina a mano armata in un calzaturificio “Stater and Morril” a South Braintree, un sobborgo di Boston e dichiarati responsabili di duplice omicidio per l’uccisione del cassiere del calzaturificio e di una guardia giurata, rapina avvenuta alcune settimane prima del loro arresto.
Per la summenzionata accusa per omicidio, formulata in coro con perversa fantasia dal procuratore, giudice, ministro della giustizia e polizia, un’imputazione irreale per la mancanza di prove concrete; un risultato di mera invenzione dei suoi fautori e del razzista sistema giudiziario statunitense: il giudice chiamava solitamente i due imputati “PORCI ANARCHICI ITALIANI”. Il processo contro il duetto anarchico italiano si concluse con l’esecuzione della sentenza di morte nel 1927.
IL CALVARIO DEI MARTIRI ITALIANI
Il lungo procedimento giudiziario costituisce un cruento calvario vissuto dai martiri italiani, la cui morte sulla sedia elettrica era un progetto politico, un risultato giuridico della mediocrità, incultura e arroganza, peculiarità portanti della selvaggia mentalità americana.
L’imputazione di omicidio era esclusivamente finalizzata alla malvagia intenzione politica di voler addurre un esempio di severa punizione nella gestione della giustizia statunitense del momento, che nel proposito dei suoi autori, con effetto immediato, avrebbe ricoperto una funzione di sanguinario monito per la sua paradigmatica rilevanza dissuasiva all’indirizzo di oppositori, anarchici e comunisti contro lo stato americano.
La nazione statunitense soffriva a quei tempi di un’atipica patologia di “comunismo-fobia” che, diffusasi a macchia d’olio in lungo e in largo nel paese, era divenuta un’epidemia nazionale determinando l’insorgere di una campagna isterica contro i comunisti, fortemente voluta dall’allora presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson.
L’acerrima avversione all’ideologia comunista e la conseguente capillare persecuzione sono stati i motivi salienti che hanno indotto l’allora governatore del Massacchusetts Alvar F. Fueller a negare la grazia alle due vittime italiane, rifiutandosi di firmare, per proprio tornaconto elettorale-politico, la richiesta di grazia e commutare la pena di morte in ergastolo.
Nei giorni precedenti e immediatamente successivi all’esecuzione, effettuata il 23 agosto del 1927, numerose e massicce, a tratti con episodi di violenza, furono le proteste nelle città di Parigi, Roma, Londra, Berlino, New York, Filadelfia e Boston.
LA GIUSTIZIA FAR WEST NEGLI USA DEGLI ANNI ’20
A Charlestown, sede dell’esecuzione, ebbe luogo una contestazione della durata di oltre una settimana, fino al fatale momento dell’uccisione dei due innocenti anarchici italiani, quando un lungo corteo di diverse migliaia di manifestanti, attraversando il centro città per giungere fino alla prigione, a sorpresa, dovette affrontare la guardia civile, la quale, a difesa della galera, aveva puntato le mitragliatrici in direzione della folla.
La condanna a morte dei due innocenti emigrati italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti costituisce un evento di inconcepibile bestialità di selvaggi protagonisti di giustizia alla “FAR WEST”, immediata espressione di inumana inciviltà, che ha perennemente caratterizzato l’incultura americana sin dall’origine politica della confederazione degli Stati Uniti.
Il 23 agosto 1977, giorno della ricorrenza del cinquantesimo anniversario della morte delle due vittime italiane, il governatore del Massachusetts Michael Durkakis, assolvendo i due anarchici dai crimini loro attribuiti e nel contempo riabilitandoli in onore della loro memoria, ufficialmente dichiarava: “Ogni stigma ed infamia debbono essere cancellate per sempre dai nomi di Nicolò Sacco e Bartolomeo Vanzetti”.
LA RIABILITAZIONE 50 ANNI DOPO
Non so se i due destinatari anarchici, da un cinquantennio residenti “nell’aldilà”, avessero recepito il cosiddetto “sublime” messaggio emanato, in un frangente di ipocrita formalità, da un insincero e opportunista politico americano, e se i medesimi fossero consapevoli della loro riabilitazione?
L’iniziativa di assoluzione e di riabilitazione da parte del governatore del Massachusetts, in occasione del cinquantennio commemorativo la crudele uccisione di Sacco e Vanzetti, rappresenta un gesto di mera falsità umana, basata su una doppia morale della politica, divenuta nel tempo una consuetudine culturale solitamente costellata da bugie e inganni che, occultati da un’artificiale retorica verbale ridondante di belle parole da esuberanza ornamentale, rivela una consapevole insincerità di fondo della ipocrita e barbara politica statunitense.
I due martiri italiani fungono da vittime immolate al sacro altare della tanto agognata stabilità e sicurezza dell’economia di inumano capitalismo, in un paese dove domina sovrana l’idolatria del dollaro.
Con l’intenzionale condanna a morte dei due anarchici italiani la barbara giustizia statunitense ha commesso deliberatamente un crimine omicida che costituisce un’azione “alla cowboy” americana, una nazione attualmente considerata da noi un modello esemplare di civiltà, economia e democrazia. Tale cruento episodio rappresenta la pagina più vergognosa della Storia degli Stati Uniti.
I DUE EMIGRATI ITALIANI CELEBRATI DA JOAN BAEZ
I nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, per nostro dovere morale, sono destinati a rimanere imperituri nella nostra mente e nella memoria storica come da iscrizione commemorativa riportante la frase proferita da ambedue eroi della libertà nell’ultima ora della loro esistenza terrena, incisa in un bassorilievo nella Community Church (Cattedrale) di Boston, che testualmente recita: ”What I wish more than all in this last hour of agony, is that our case and our fate may be understood in their real being and serve as a tremendous lesson to the forces of freedom, so that our suffering and death will not have been invain” (ciò che io prioritariamente desidero in quest’ultima ora di agonia, è che il nostro caso ed il nostro destino possano essere compresi nel loro autentico senso e servire da tremenda lezione per le forze della libertà, di modo che la nostra sofferenza non sarà stata vana).
Nel decennio sessanta la cantante Joan Baez, anticonformista contestatrice, in un suo componimento musicale di patetico romanticismo addusse un’ulteriore testimonianza di celebrativa solennità eroica dei due emigrati italiani.
LE ARMI NELLA DEMOCRAZIA AMERICANA
La medesima, con la sua stupenda voce dall’elevata melodia di sonorità musicale, nella seguente espressione canora “The ballad of Nick and Bart” enfatizza musicalmente il suo dolore, tristezza e sdegno per il funesto evento dei due fautori di autentica libertà, il cui testo recita: “Here’s to you Nicola and Bart. Rest for ever in our hearts. The last and final moment is yours. That agony is your triumph” (“Siamo” qui per voi Nicola e Bart. Riposerete per sempre nei nostri cuori. L’ultimo e finale momento è il vostro. Quell’agonia è il vostro trionfo).
La morte di Sacco e Vanzetti assassinati sulla sedia elettrica, analogamente all’assassinio di John e Robert Kennedy e del pastore Martin Luther King, coraggiose figure storiche che, auspicando una più umana e trasparente politica i primi e maggior dignità e uguaglianza civile per tutti i cittadini afro-americani negli U.S.A. il secondo, sono eroicamente caduti sotto i crudeli proiettili d’arma da fuoco che spesso ha condizionato la politica americana e la democrazia statunitense.