Un lavoro che si sviluppa dentro ai contorni del mondo rap, ma spesso evade verso momenti cantautorali, sonorità talvolta molto lontane dalla black music, tracce cantante, uso del dialetto e molti strumenti suonati che si integrano con le produzioni di Libberà, Mastro Fabbro, Franiko Calavera, Erma e Pietro Squoti.
Come spiega lo stesso artista: “SudConscio è un disco presuntuoso”. Inusuale per eterogeneità e durata, può essere assimilato a un concept dove il protagonista psicanalizza sé stesso e il mondo che lo circonda. E continua: “la musica di SudConscio esce direttamente dalla cassa, dalla cassa toracica”. Un mondo sincero e variegato quello di SudConscio, così come lo è il Subconscio, così com’è il Sud. Diverse possibilità espressive si muovono ed emergono dalla profondità. Ambienti e ritmi molto diversi che convivono e caratterizzano lo stesso luogo, che solo così può essere pienamente rappresentato. Riuscire ad essere quanto più “simili a sé stessi” è la cosa più difficile e preziosa nell’esperienza umana. Così DonGocò tiene il timone del rap e del cantautorato, mescola la psicoanalisi all’improvvisazione, filtrando quei retaggi culturali e più in generale quelli del Meridione. Un album che può disorientare per la varietà musicale che lo compone, un percorso dove il suo stesso protagonista si perde. E forse si ritrova elaborando in modo personale questa spirale di suoni, storie e suggestioni profonde.
Il mondo dell’Hip-Hop dove affondano le sue radici è rappresentato da brani come “MHDDC”, “Paura”, “Ci Resto” “Babelfish” e dai featuring di Kento, Brigante, Suono B, DJ Dima, Aku, Usiku e DJ Kerò. L’influenza del cantautorato italiano ha portato alla genesi di brani come “Gioco”, “Affissione abusiva” e “Sta lì”, Mentre il brano “Il genio” nasce da tecniche di scrittura creativa. Il “Ritmo con segni”, metodo di conduction per l’improvvisazione musicale, che utilizza con il collettivo Play the ritmo è lo strumento con cui ha costruito “Ti canusciu cirasu”. Spazio alle sonorità latin in “Fermo” e “GuateMaya”, con la presenza dei musicisti La Reina del Fomento e Franiko Calavera, entrambi membri delle formazioni Los3saltos e Istituto Italiano di Cumbia. La semplicità delle parole e la passione per il teatro canzone si cristallizzano negli skit in prosa come “Il vuoto”, “Saper esitare”, “Patuto”, e il monologo “L’aquila”.