Ben dodici brani arrangiati da Giancarlo Di Maria di cui undici originali e una cover di Bob Dylan; un disco fortemente voluto, in cui Paola, autrice completa di testi e musiche (eccetto due pezzi scritti con Giancarlo Di Maria e Anna Regazzoni, “La donna col pollice grande” e “La Signorina Marie”) usa la canzone come strumento introspettivo.
Il singolo, con il suo testo pirandelliano, suggerisce di gettare quelle maschere nate a protezione della parte più vera e delicata dell’Essere Umano, che finiscono per soffocarlo e per tarpare le ali ai sogni più importanti. Un volo liberatorio fa assaporare all’ascoltatore la conquista di una libertà che è scoperta del vero Sé e radicamento in un’identità unica, scevra da resistenze e condizionamenti esterni: un volo di gioia, in cui tutte le vie sono aperte alla scoperta del nuovo, una rinascita necessaria che sottende la sottile percezione dell’infinito. Lo stesso videoclip, di Matteo Sambero, vuol enfatizzare il messaggio del brano, declinandolo all’attualità e alla tragica necessità di un’apparenza “di plastica”, rappresentata simbolicamente da un vestito realizzato con materiali di recupero e plastica appunto, dall’artista Gino Rodella; un mondo di finzione, che vive e si estrinseca in una dimensione virtuale, dove non è ammesso essere se stessi e mostrare la propria natura, ma diventa necessario sfoggiare una finta bellezza. Ce ne parla la stessa Paola…
Raccontaci qualcosa di “La vera me”?
“La vera me” è un progetto fortemente voluto che nasce dal bisogno di raccogliere in un unico album una serie di canzoni molto diverse che però hanno un denominatore comune: la mia vocalità. Il brano che accompagna l’uscita del disco e che porta lo stesso titolo, “La vera me”, è una canzone azzardata, sia dal punto di vista armonico che melodico, perché totalmente in controtendenza rispetto al mercato attuale, con sonorità classiche, mescolate ad un sound elettronico. Il pezzo assume dei connotati cinematografici e diventa un volo, da qui l’idea del video di Matteo Sambero, un giovane regista molto empatico e sensibile che ha saputo tradurre letteralmente la canzone in immagini intense e particolari. La protagonista sono io ma sono certa che tutte le persone che lo vedranno potranno ritrovarsi perché il video racconta il bisogno di mostrare la parte più vera di noi, “La vera me” appunto, che finisce inesorabilmente per divorare le maschere che ogni giorno indossiamo per essere accettati, amati, per essere troppo spesso, come gli altri ci vogliono. Nel video abbiamo voluto introdurre una performance dell’artista Gino Rodella che, in pochi minuti, costruisce estemporaneamente un vestito con materiali di recupero e soprattutto plastica, a sottolineare una esistenza “fake”, innaturale ma tristemente diffusa; il vestito diventa una sorta di crisalide dalla quale mi libero per mostrare la mia essenza, la vera me.
Parlaci più in dettaglio dell’album “La vera me”
“La vera me” rappresenta il corollario del mio percorso professionale da tutti i punti di vista; i contenuti sono molto femminili perché ho voluto inserire nel disco canzoni con evidenti riferimenti all’universo femminile, sentendo forte l’urgenza di valorizzare caratteristiche come la sensibilità altissima, la capacità di trasformare la paura in un’occasione di crescita, la bellezza interiore, la consapevolezza, il coraggio, l’intelligenza e la sincerità. E’ un album in divenire dal punto di vista dello stile e delle scelte interpretative, c’è infatti un uso della voce un po’ diverso dal mio solito, canto ma con più delicatezza, le parole a volte sono sussurrate e questo dona all’intero progetto un sapore più raffinato e allo stesso tempo incisivo, perché certi concetti risultano arrivare di più se vengono cantati sottovoce piuttosto che conclamati. La novità è certamente l’uso più maturo e consapevole della voce e il desiderio di esprimere tematiche importanti in modo più diretto, almeno lo spero. Il punto di continuità con le precedenti produzioni è rappresentato dal dialogo ininterrotto tra la mia voce e il pianoforte, strumento al quale sono molto legata, nonostante il disco si sviluppi in un sound elettro-pop.
Quali sono i momenti più emozionanti della tua carriera?
Sanremo è stato un momento molto emozionante certamente ma anche molto divertente, ero giovane e inconsapevole. Però la partecipazione più intensa e di profonda soddisfazione è stata in Liguria, con la vittoria del Premio Bindi nel 2008. Eravamo in un anfiteatro sul mare a Santa Margherita Ligure, presidente della giuria era Giorgio Calabrese e ricevere il premio e i complimenti da un pilastro della canzone italiana è stato per me motivo di grande orgoglio.
Progetti futuri?
Per ora lavoreremo principalmente alla promozione del progetto appena pubblicato, proseguiranno altre iniziative come il format “La signorina Marie”, titolo che riprende un brano dell’album stesso; si tratta una serie di video pubblicati sui social e Youtube, un viaggio in cui propongo temi culturali, musicali, artistici, sempre correlati alle canzoni, la prima serie, da poco conclusa era dedicata alle “donne che diventano canzoni”, ma tanti altri temi interessanti sono in fase di realizzazione, quindi seguitemi nei miei canali per essere aggiornati sulle novità.
Ph Chiara Sardelli
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