Le imprese hanno bisogno di capitale, ad esempio per effettuare investimenti o compensare le perdite. Quando un’impresa aumenta il capitale proprio emettendo azioni o simili, la Confederazione riscuote un tributo: la tassa d’emissione.
Quest’ultima viene riscossa su importi a partire da un milione di franchi e ammonta all’uno per cento del capitale così acquisito. Di regola le piccole imprese non pagano questa tassa; il gettito generato proviene principalmente dalle medie e grandi imprese.
Il Consiglio federale e il Parlamento intendono abolire la tassa d’emissione. Le imprese devono poter acquisire nuovo capitale proprio senza essere tassate. In tal modo diminuiscono i costi di investimento con un effetto positivo sulla crescita e sui posti di lavoro.
Saranno in particolare le giovani imprese in rapida crescita che non hanno ancora costituito riserve a beneficiare dell’abolizione della tassa d’emissione. Il loro finanziamento dipende infatti dalla disponibilità di ulteriore capitale proprio, che oggi sottostà alla tassa d’emissione. Per la Confederazione l’abolizione della tassa comporterebbe minori entrate stimate a 250 milioni di franchi all’anno.
La domanda che figura sulla scheda:
Volete accettare la modifica del 18 giugno 2021 della legge federale sulle tasse di bollo (LTB)?
Posizione del Consiglio federale e il Parlamento – Con l’abolizione della tassa di emissione ci saranno effetti positivi sull’attrattiva della piazza finanziaria Svizzera: l’abolizione genera crescita, crea e assicura posti di lavoro. Inoltre è una misura finanziariamente sostenibile.
Raccomandazione del comitato referendario – Secondo il comitato, le principali beneficiarie dell’abolizione della tassa d’emissione sono le grandi multinazionali, le banche e le assicurazioni. I cittadini non ci guadagnano nulla, anzi: sarebbero chiamati a pagare più imposte o subirebbero tagli nelle prestazioni statali.