La Svizzera rafforza il controllo alla frontiere per contenere la diffusione del Coronavirus. Non si tratta di una vera e propria chiusura di frontiere, ma di impedire la libera circolazione. L’elenco dei Paesi a rischio sono saliti da 29 a 42 paesi. E dal 23 luglio la quarantena è obbligatoria per tutti i cittadini che entrano da questi Paesi.
Per le persone che hanno soggiornato in uno di questi Stati con rischio elevato di contagio ed entrano in Svizzera vige l’obbligo di quarantena (non si tratta soltanto di una raccomandazione).
Chi si sottrae alla quarantena o non osserva l’obbligo di notifica commette una contravvenzione ai sensi della legge sulle epidemie, punibile con una multa fino a 10.000 franchi.
Perché queste misure molto severe? La Svizzera si trova in una situazione “pericolosa e stabile”. Secondo il responsabile dell’UFSP, la Svizzera si trova in un’area di nuove infezioni.
Dal 1° agosto 2020 la Task Force federale che combatte il COVID-19 sarà affidata alla guida del prof. Martin Ackermann, esperto in microbiologia al Politecnico di Zurigo e all’Istituto di ricerca sulle acque (Eawag), che subentra al prof. Matthias Egger, il quale tornerà a concentrarsi sulla sua carica di presidente del Consiglio nazionale della ricerca del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) e di docente di epidemiologia all’Università di Berna.
Elenco completo dei Paesi a rischio – Arabia Saudita, Argentina, Armenia, Azerbaigian, Bahrein, Bolivia, Bosnia e Erzegovina (dal 23 luglio), Brasile, Capo Verde, Cile, Colombia, Costa Rica (dal 23 luglio), Ecuador (dal 23 luglio), El Salvador (dal 23 luglio), Emirati arabi uniti (dal 23 luglio), Eswatini (Swasiland) (dal 23 luglio), Guatemala (dal 23 luglio), Honduras, Iraq, Isole Turks e Caicos, Israele, Kazakistan (dal 23 luglio), Kirghizistan (dal 23 luglio), Kosovo, Kuwait, Lussemburgo (dal 23 luglio), Macedonia del Nord, Maldive (dal 23 luglio), Messico (dal 23 luglio), Moldavia, Montenegro (dal 23 luglio), Oman, Panama, Perù, Qatar, Repubblica Dominicana, Russia, Serbia, Stati Uniti d’America (incluso Porto Rico e le Isole Vergini americane), Sudafrica, Suriname (dal 23 luglio), Territorio palestinese occupato (dal 23 luglio).