L’iniziativa popolare «Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)» che a fine marzo di quest’anno ha depositato alla Cancelleria federale le firme necessarie per il referendum popolare, ha spinto il governo svizzero a pensare ad un controprogetto al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico a lungo termine sul territorio nazionale tutto l’anno, 24 ore su 24, nel rispetto dell’ambiente.
E siccome nei prossimi anni la crescita della domanda di energia elettrica aumenterà, sia pure nel rispetto dell’obiettivo climatico di azzeramento delle emissioni entro il 2050, l’attuale divieto di costruire nuove centrali nucleari non è compatibile con l’obiettivo dell’apertura tecnologica e comporta inoltre rischi anche per lo smantellamento degli impianti esistenti.
Le quattro centrali nucleari nazionali attualmente in funzione coprono circa un terzo della produzione totale di elettricità in Svizzera. Dispongono tutte di una licenza d’esercizio a tempo indeterminato e possono rimanere operative finché sono sicure.
Quando le centrali nucleari saranno dismesse, l’elettricità che verrà a mancare dovrà essere compensata da altri impianti di produzione in Svizzera. È ancora da vedere se il potenziamento delle energie rinnovabili avverrà tanto rapidamente da permettere di sopperire con tempestività alle capacità produttive venute meno e di coprire il fabbisogno elettrico crescente.
Il Governo mira pertanto all’apertura tecnologica. L’attuale divieto di costruire nuove centrali nucleari non è compatibile con l’obiettivo dell’apertura tecnologica e comporta inoltre rischi anche per lo smantellamento degli impianti esistenti.
Fonte: admin.ch