La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider inaugurerà giovedì il Padiglione svizzero alla 19esima Biennale di architettura di Venezia. Saranno presenti anche le curatrici del progetto «Endgültige Form wird von der Architektin am Bau bestimmt.» Elena Chiavi, Kathrin Füglister, Amy Perkins, Axelle Stiefel e Myriam Uzor.
Commissionata dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, la loro mostra posiziona l’architettura del futuro come disciplina aperta e inclusiva. Le curatrici intendono inoltre sottolineare l’assenza storica di donne architette nei Giardini della Biennale.
È a questo scopo che hanno ricreato nel padiglione svizzero la Kunsthalle effimera realizzata da Lisbeth Sachs, una delle prime architette diplomate in Svizzera, in occasione dell’Esposizione nazionale svizzera del lavoro femminile, tenutasi a Zurigo nel 1958. Nel contesto della loro mostra, le curatrici si interrogano sul modo in cui la visione di Sachs avrebbe potuto influenzare il design del Padiglione svizzero, realizzato dal suo contemporaneo Bruno Giacometti.
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