La Palma dʼOro va a “Parasite” di Bong Joon-Ho

Bong_Joon_hoNel film un brano di Gianni Morandi. Bong: Vorrei conoscerlo.

Momento d’oro per il cinema asiatico. L’anno scorso la Palma era andata al giapponese Hirokazu Kore’eda per Shoplifters, ritratto familiare che diventa thriller. Quest’anno il vincitore è Parasite (Parassita; titolo originale: Gisaengchung) scritto e diretto dal sudcoreano Bong Joon-Ho (49 anni). Si chiude così la 72esima edizione del Festival di Cannes. È questo il primo grande premio internazionale per Bong, già autore degli acclamati The Host e Snowpiercer.

Bong è autore visionario e il suo cinema di grande impegno civile. L’ultimo lavoro era stato Okja (2017), distribuito da Netflix, interpretato da Tilda Swinton (già in Snowpiercer) e prodotto da Brad Pitt. Una pellicola ambiziosa sullo sfruttamento degli animali e gli esperimenti genetici (Okja è un maiale gigante, quanto un ippopotamo, che viene creato in laboratorio da una multinazionale). In Parasite si parla di famiglie, disoccupazione, lotta di classe. Ci sono quelli che vivono in un tugurio maleodorante  – che spesso viene derattizzato – e vanno avanti con lavoretti e imbrogli e quelli che abitano in lussuose ville da capogiro. L’idea del film è nata così: “L’ispirazione mi è arrivata con questa domanda: cosa accadrebbe se due famiglie – una ricca e una povera, che occupano quartieri molto diversi – s’incontrassero?”.

Bong non vuole si sveli troppo della trama, basterà dire che la commedia grottesca ben presto sfocia nel dramma, e che In ginocchio da te di Gianni Morandi fa da colonna sonora in una scena clou del film. Bong è un fan di Morandi e ha manifestato il desiderio di incontrarlo. “Il cinema cerca di elevare la coscienza del mondo”, ha detto il presidente della giuria, il regista messicano Alejandro González Iñárritu. E sembra proprio questa la sfida di Bong.