Chi ricorda la filastrocca “La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana: Viva, viva la Befana!…
E’ una tradizione che resiste in tutto il mondo. In Italia oggi è una festa. Non si lavora e non si va a scuola. La Befana evoca l’immagine della vecchietta che dispensa a tutti i bambini meritevoli regali e ai non meritevoli cenere o carbone.
E’ una figura antichissima fin dai temi degli antichi Romani. Essi credevano che dal 25 dicembre al 6 gennaio certe figure femminili volassero sui loro campi per segnare un buon o un cattivo raccolto. E anche nell’Europa del Nord si celebravano figure simili, sono presenti in Svizzera con la Vecchia Posterli e in Tirolo con la strega Zuscheweil.
E nel secolo scorso arriva anche l’uso della Befana in politica: dal 1934 la “Befana fascista” diventò “Befana del Duce”. Il cambiamento fu voluto dal nuovo segretario del Partito fascista Achille Starace per avallare il culto della personalità di Benito Mussolini.
Nelle tradizioni popolari italiane la Befana è ora assimilata al sacrificio della dea Madre Natura, ora alla vecchina dei Re Magi. Ancora oggi in Spagna ad esempio il 6 gennaio tutti i bambini si svegliano presto per vedere i regali che i Re Magi hanno lasciato. In Francia nel giorno della befana si fa un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa il re o la regina della festa. In Russia si festeggia il 6 Gennaio, qui la chiesa ortodossa, però, in questo giorno celebra il Natale. In Germania il 6 Gennaio è il giorno della venuta dei Re Magi. In questo, i preti vanno nelle case per chiedere delle donazioni e recitano solitamente anche qualche Verso o intonano una canzone sacra.
La vecchietta gobba con il naso adunco in ogni Paese ha il suo nome: Frigg in Scandinavia, Berchta in Svizzera, Austria, Holda in nord Europa.
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