Il 3 settembre il Consolato Generale d’Italia in Zurigo ha pubblicato sul suo sito in lingua italiana e in lingua tedesca l’avviso d’asta „per la vendita di una unità immobiliare di proprietà dello Stato Italiano ubicato in Svizzera nel Comune di Lucerna denominato „Casa d’Italia“ all’indirizzo Obergrundstrasse 92, 6005 Lucerna“.
La comunità italiana di Lucerna ha fatto di tutto per evitare questo triste epilogo. Un patrimonio storico, sociale, culturale e immobiliare va perso: ex sede dell’agenzia consolare di proprietà dello Stato dal 1939 grazie ad una partecipazione finanziaria della comunità italiana di ben oltre 60 mila franchi dei 158 mila totali.
Da due anni era in corso un braccio di ferro con il Ministero degli Esteri per trovare la soluzione migliore senza tradire il lavoro e la fiducia della comunità italiana che ha lavorato duramente per costruirla e per gestirla decorosamente.
La trattativa è durata fino al termine della scorsa legislatura con la mediazione dei parlamentari Gianni Farina e Alessio Tacconi. Il sottosegretari agli Esteri del governo Gentiloni, Paolo Amendola, aveva congelato l’iter della dismissione. Il 29 gennaio di quest’anno, un mese prima delle elezioni politiche, c’è stata l’ultima missione alla Farnesina a Roma di una delegazione composta dai deputati del Pd Gianni Farina e Alessio Tacconi, dal membro del Comites di Zurigo Ippazio Calabrese e dal presidente della Fondazione Casa d’Italia Lucio Carraro.
Occorreva guadagnare tempo perché era in atto il progetto di acquisto della Casa d’Italia da parte della comunità italiana attraverso una fondazione. Ma scaduto il termine (31 marzo 2018) entro cui sarebbero dovuti essere raccolti i fondi necessari per l’acquisto (valore di circa 3 milioni di franchi), il Ministero degli Esteri guidato da Enzo Moavero, ha dato l’avvio dell’operazione per la vendita.
Le voci dei due Sottosegretari agli Esteri, espressione degli italiani all’estero, Ricardo Antonio Merlo, eletto in Sud America, e Guglielmo Picchi, eletto la prima volta nel 2006 in Europa, non si sono fatte sentire. Altre proroghe non sono arrivate e il nuovo governo 5Stelle-Lega non ha cambiato la precedente politica di gestione dei beni dello stato italiano ubicati all’estero.
Con le stesse procedure nella sola Svizzera sono state vendute negli scorsi anni ben altre tre importanti immobili statali a San Gallo, Bellinzona e Locarno, perché da qualche anno è in atto un’ampia ristrutturazione della rete consolare italiana nel mondo con vendita di immobili e trasferimenti dei servizi.
Però, sia la Casa d’Italia di Locarno che di Lucerna erano state acquistate con la partecipazione dei lavoratori italiani. La loro vendita lascia una ferita profonda nella comunità italiana perché esse ne rappresentavano l’identità storica.