Cosa pensa della modalità di voto?
La modalità di voto adottata per il rinnovo dei Comites presenta molte difficoltà anche per chi ha dimestichezza con la tecnologia. Spero che la sperimentazione del voto elettronico in alcune circoscrizioni consolari, dia risultati positivi e possa essere estesa a tutti i Comites.
Ha deciso di non ricandidarsi, perché?
Nonostante abbia portato a termine solo un mandato ed i numerosissimi inviti a continuare la mia esperienza nel Comites per un’altra consiliatura, ho deciso di non ricandidarmi. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutte e tutti coloro che in questi mesi mi hanno sommerso di tanto affetto, chiedendomi di restare e dimostrando apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni. Tuttavia non ho intenzione di “ritirarmi a vita privata”, anzi! Vorrei dedicarmi di più all’azione politica. In questi anni mi sono resa conto di quanto sia importante, anche per gli organismi di rappresentanza, avere un punto di riferimento politico serio, che sappia dialogare con la nostra comunità, intercettandone le problematiche ed i cambiamenti.
Come giudica l’attività condotta dal suo Comites?
Do un giudizio molto positivo dell’azione del «mio» Comites. I risultati sono sotto gli occhi di tutte e tutti: una ventina di progetti conclusi con ottimi risultati, numerose pubblicazioni, fra cui due guide per nuovi arrivati, il libretto «Educare alla legalità», la ricerca universitaria sulle donne italiane che lavoravano alla Fabbrica Suchard ed infine il nostro ultimo nato: il fumetto «Celeste bambina nascosta. Storia della migrazione italiana in Svizzera». Inoltre abbiamo organizzato più di 100 corsi di francese e tedesco per nuovi arrivati, serate di accoglienza, abbiamo ideato e lanciato il progetto «Welhome», organizzato una serie di incontri on line ed iniziative a sostegno dei connazionali durante tutto il periodo più critico della pandemia, abbiamo curato la mostra sui 50 anni dall’iniziativa Schwarzenbach e sui cinquant’anni della scuola italiana a Neuchâtel, con la raccolta partecipativa di oggetti della migrazione.
Inoltre l’accordo con i patronati presenti nella nostra Circoscrizione consolare a sostegno della fruibilità dei servizi consolari. Infine, vorrei ricordare le numerose collaborazioni con le istituzioni politiche e culturali svizzere, sia a livello federale, che cantonale e comunale. Il Comites è finalmente riconosciuto nel suo ruolo di rappresentante della comunità italiana.
Cosa si aspetta da questa “tornata” elettorale?
Difficile prevedere cosa possiamo aspettarci da una tornata elettorale. La speranza è che ci sia un buon livello di partecipazione. Già il fatto che in tutto il mondo siano state presentate più di 200 liste, significa che la comunità italiana riconosce l’importanza dei Comites e vuole contribuire al rafforzamento del loro ruolo.
Si sente di dare un consiglio al nuovo Comitato che sarà eletto il 3 dicembre?
Un consiglio ai nuovi eletti? Partite da ciò che è stato fatto e, con umiltà, passione e spirito di servizio, lavorate per il bene e la crescita della collettività italiana.