Intervista con Laura Pausini che compie 50 anni !

Laura Pausini compie 50 anni. A distanza di cinque anni dal suo ultimo tour mondiale, la cantante torna dal vivo a novembre con due tappe in Svizzera, a Ginevra e Basilea. La nostra intervista.

Due ore e mezzo di musica e spettacolo. Non solo musica ma anche messaggi importanti durante lo show. Una successione di brani iconici della tua carriera, con aggiunta di alcune tracce dell’ultimo album «Anime parallele».

Lo scorso 16 maggio, il “Birthday Party” ai Magazzini Generali a Milano. E una dedica a se stessa e ai suoi numerosi fan nel mondo che pubblica su Instagram in italiano, spagnolo, inglese, portoghese e francese: “50 anni di vita e di persone che hanno lasciato un segno indelebile in me e di eventi che hanno disegnato la geografia del mio cammino. Grazie a tutti voi per avermi accompagnata nella mia crescita e nella realizzazione dei miei sogni con il vostro amore e la vostra presenza. Siamo solo a metà del percorso. Grazie a tutti per avere fatto di me la persona che sono, spero di meritarvi sempre. Tanti Auguri Pau, ti voglio bene“.

Le stime di vendita della Fimi affermano che la cantante abbia raggiunto 70 milioni di dischi venduti nel mondo aggiudicandosi 226 dischi di platino. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i più importanti a livello internazionale. Laura ha vinto il Golden Globe a 47 anni, ricevuto la nomination all’Oscar a 48, vinto il Latin Grammy Person of the year a 49 anni, registrando in questo ultimo tour il 25% di pubblico in più sia in Italia che all’estero, ndr).

Laura, ma è vero che ti stavi preparando a finire la carriera?
Sì, perchè quando avevo 20 anni mi era stato detto che questo sarebbe accaduto. Agli inizi della mia carriera, il mio team – composto da uomini molto più grandi di me – mi ripeteva: “sei una donna giovane, ma dobbiamo fare tutto subito perché nella musica le donne, dopo i 40, non fanno più nulla”. Così io avevo programmato il mio futuro (gli album che dovevano uscire, le cose che volevo cantare), contemplando una ventina d’anni d’attività: avevo pensato che a 50 nessuno mi avrebbe più proposto di pubblicare un nuovo disco, o di andare in tournée. Avevo dunque previsto di essere – in questo preciso momento – spacciata.

Allora oggi sarai ancora più orgogliosa…
Fisicamente odio avere 50 anni. Ho letto molte interviste in cui donne famose raccontano: “È l’età più bella della mia vita, non mi sono mai sentita così…”. A livello di anima, sono felice perché l’ho costruita bene, questa anima. A livello fisico ho paura, non mi piace che da qui debba andare ancora peggio!

C’è una donna a cui sei particolarmente legata, che è stata per te fonte d’ispirazione?
Negli anni ‘90 il più grande esempio di cantante che vendeva era Madonna: io cantavo cose molto diverse da lei, avevo un’immagine diametralmente opposta, eppure è da lei che ho imparato a non demordere, mi ha insegnato a essere vera.

Tu sei rimasta fedele a cantare in Italiano, oltre che spagnolo e portoghese. Però non sei caduta in tentazione di cantare in inglese. Come mai?
Se ci pensi, i cantanti che hanno una carriera internazionale, cantano al 99% in inglese. A 18 anni ho cominciato a vendere tanti dischi in italiano, a 19 ho iniziato a farlo in spagnolo, così a 20 mi hanno chiesto di cambiare, e di cantare in inglese. Io però stavo male a non parlare in italiano, in spagnolo o in portoghese, così ho fatto una scelta molto coraggiosa per l’età che avevo: ho deciso di non diventare una cantante che canta in inglese. Quando mi hanno proposto di essere chi non ero, cercando di cambiare il mio stile musicale, il look perché bisognava stare al passo con i tempi, mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: “Madonna al posto mio cosa farebbe”? E non ho accettato.

In questo tour, prima della canzone «Io sì», con cui hai vinto il Golden Globe e sei stata nominata all’Oscar, proietti sui maxi schermi alcune storie di donne che hanno subito violenza. Poi mostri come chiedere aiuto con l’alfabeto delle mani: il pollice che si piega, le dita che si chiudono a pugno. Imparare questo gesto, riconoscerlo, salva la vita?
Ritengo che sia un gesto importante e che si può spiegare bene anche nei paesi dove il pubblico non conosce la lingua italiana. E’ il gesto internazionale per chiedere aiuto chi subisce violenza sessuale (aprire la mano, chiudere il pollice e attorno al pollice chiudere le altre dita). Un gesto che poche persone conoscono, e quindi sono convinta che può salvare la vita.

Il 2023 è stato il trentennale della tua carriera. Sei partita l’anno scorso con il Laura Pausini World Tour 2023/2024, che ti ha portato in giro per li mondo, Europa, Stati Uniti, Brasile, Sudamerica…e che riprendi a novembre. Sei stata anche a Zurigo qualche mese fa, e sarai sui palchi in Svizzera nuovamente a dicembre: il 9 dicembre a Ginevra ed l’11 dicembre a Basilea.

La Svizzera ti ha aperto le porte sempre dal 1993. Il pubblico qui ti sente vicina, una amica. E’ così anche per te dopo tanti anni?
Assolutamente sì. E ringrazio per la domanda che mi consente di parlare della Svizzera. Ne approffitto per salutare tutta la gente che mi stima. Sono legata molto alla Svizzera poichè ho il nonno paterno che ha vissuto lì e ho ancora molti parenti. I familiari vengono a trovarmi quando canto a Zurigo e mi sento di dire che è un’estensione di casa mia. La vedo come il giardino della mia casa e sono sempre felice di cantare lì. Io mi sento anche un pò svizzera, perchè sono molto neutrale, e la Svizzera lo è. Oltre a Zurigo sono legata anche a Ginevra, perchè ci vive Sophia Loren e ho molti ricordi belli. Quindi non vedo l’ora di tornare a Ginevra e anche a Basilea.

L’album “Anime parallele” è una sorta di concept che racchiude storie di diverse persone. Compresa te stessa, il cui sogno è quello di vivere in un mondo che condivide i luoghi, ma non per forza le idee. Un progetto importante e ambizioso…
Questo disco celebra il diritto all’individualità degli esseri umani in quanto cittadini che abitano il mondo e che percorrono insieme le stesse strade, ma con anime, sogni e desideri diversi. È un disco forte ma aperto al mondo e al rispetto degli altri. Il filo comune è l’amore, in ogni sua declinazione: «Le guerre che ci invadono la mente tutti i giorni, l’odio sui social, il bullismo, la violenza contro le donne ci destabilizzano e ci fanno paura. Quindi ho cercato di rimettere al centro la parola “amore”. Non un amore di coppia: il disco è proprio dedicato alla ricerca del significato dell’amore.

GINEVRA | lunedì, 09.12.2024 | 19:30 | Arena de Genève | Biglietti
BASILEA | mercoledì, 11.12.2024 | 19:30 | St. Jakobshalle | Biglietti