Il raccolto 2021 si è attestato a un totale di 609 038 ettolitri risultando inferiore di 225 197 ettolitri a quello del 2020 (-27 %). La produzione di vino non aveva più segnato un livello così basso dal 1957, quando furono prodotti circa 41 milioni di litri di vino. Dopo i raccolti già scarsi del 2017 e del 2020, quello del 2021 è il terzo negli ultimi cinque anni a far registrare rese significativamente inferiori alla media a causa di condizioni meteorologiche avverse.
Meteorologicamente, il 2021 è stato un anno estremamente problematico per la vitivinicoltura svizzera. Dopo un inverno mite e piovoso, il tempo secco e freddo in primavera ha ritardato il germogliamento e la crescita. In molte regioni, le gelate notturne di aprile, in media il più freddo registrato a livello nazionale negli ultimi vent’anni, hanno danneggiato i vigneti.
L’estate, con temporali, forti piogge, tempesta e grandine, non è stata da meno e localmente la vite ha subito ingenti danni. Inoltre, la scarsa fruttificazione delle infiorescenze a causa del persistere di condizioni meteorologiche freddo-umide a giugno nonché le forti infestazioni fungine da oidio e peronospora hanno provocato massicce perdite di resa che in alcuni vigneti sono state addirittura totali. Il clima ideale di fine estate, a settembre e ottobre, ha avuto un effetto positivo sulla maturazione degli acini rimasti. Tuttavia, la vendemmia è iniziata circa due settimane più tardi del solito nella maggior parte delle regioni. La qualità dell’annata con un rapporto equilibrato tra acidi e zuccheri promette un vino dall’aroma interessante.
La superficie viticola totale in Svizzera è diminuita di 67 ettari rispetto all’anno precedente e ammonta a circa 14 629 ettari (-0,5 %).