In Svizzera calano le naturalizzazioni degli stranieri!

passaporto_svizzeroNel 2020 sono state 34.141 i passaporti rossocrociati concessi a cittadini stranieri che hanno fatto richiesta di naturalizzarsi. Tendenza in forte calo rispetto al 2019 e al 2018. Sono i tedeschi a guidare la classifica, seguono gli italiani e i francesi. L’ultimo rapporto (2020) è stato pubblicato l’1 settembre di quest’anno.

La corsa degli stranieri al passaporto svizzero rallenta fortemente rispetto agli anni scorsi. Il boom del 2017 con ben 44.949 naturalizzazioni non si è ripetuto. La tendenza al calo è netta. 42 mila nel 2018, 41 mila nel 2019 e solo 34.141 nel 2020.

L’anno con la percentuale più alta di naturalizzazioni è stato il 2006 (3,09%) con ben 46.711 passaporti consegnati ai cittadini stranieri: 22.359 uomini e 24.352 donne. Nel 2020 sono ancora le donne in maggioranza a naturalizzarsi: 16.527 uomini e 17.614 donne.

La spinta alla naturalizzazione ci fu verso la fine degli anni ’70, dopo le iniziative xenofobe anti-straniere. Dai 12.651 passaporti rossocrociati concessi agli stranieri nel 1975, si passò ai 37.157 nel 1978 e 25.696 nel 1979. Successivamente la richiesta si stabilizzò tra i dieci e i ventimila naturalizzazioni annue. Solo gli inizi di questo nuovo secolo la richiesta è tornata ad aumentare per stabilizzarsi tra trenta e quarantamila.

Perché la scelta della cittadinanza svizzera? L’impennata si è avuta in due periodi. La prima volta negli anni ’70 per la paura degli stranieri di dover lasciare la Svizzera per la politica contro l’inforestierimento e la seconda con le nuove legislazioni nazionali che hanno permesso la doppia cittadinanza.

Sono gli europei per due terzi ad ottenere la cittadinanza svizzera (28.114) nel 2020 su 34.141 naturalizzazioni. Sempre nel 2020 sono stati i tedeschi a guidare la classifica con 6.947 naturalizzazioni, seguiti dagli italiani con 3.957, dai francesi con 2.741 e dai kosovari con 2.688.

Il vantaggio della naturalizzazioni è significativo: apre la strada ad una partecipazione politica attiva molto più ampia e indica la maggiore integrazione.