“Noi apriamo, non ce la facciamo più”. E’ questo il grido con il quale sta montando la protesta dei ristoratori svizzeri che si sentono penalizzati per le misure restrittive che li colpiscono più di tante altre categorie. L’hashtag è #wirmachenauf.
Il messaggio che appare sul sito internet www.wirmachenauf.ch: “Noi, imprenditori e lavoratori autonomi in questo Paese, siamo prima di tutto persone con famiglia, abbiamo dipendenti e diamo un contributo molto importante a tutta la Svizzera. Abbiamo implementato tutte le misure che ci sono state imposte e per molti mesi siamo stati pronti a sopportare un grave calo delle vendite per solidarietà e per proteggere i nostri simili”.
E per cosa? Ecco cosa scrivono sul loro sito: “Per un virus che ha dimostrato di non portare a un eccesso di mortalità e che devi fare il test per sapere se ce l’hai. Per evitare di sovraccaricare gli ospedali? Chiusura dell’ospedale durante una pandemia? ”.
Dicono di non essere negazionisti, rivendicano il diritto di lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza. L’11 gennaio 2021 in centinaia minacciano di aprire, anche se la multa è salata: fino a 10’000 franchi.
E il Consiglio federale li ascolterà? Il 13 gennaio il governo svizzero annuncerà la sua decisione in merito al prolungamento delle attuali restrizioni.