Oggi in Italia e in Europa è il giorno di Giuseppe Conte. Stamattina in Quirinale, nel pomeriggio avvio degli incontri con le delegazioni di CinqueStelle e Pd. Ha in mano le sorti politiche dell’Italia. Se riuscirà a formare il governo è merito suo, se fallisce è colpa di Pd e CinqueStelle.
Perché Conte? “Il ruolo di Giuseppe Conte ci fa sentire garantiti sulle politiche che vogliamo realizzare”, ha affermato Di Maio, leader dei CinqueStelle. “Abbiamo accettato la proposta del M5s di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del presidente del Consiglio dei ministri. Questo nome ci è stato proposto dal M5s nei giorni scorsi” ha spiegato il capo del Pd Nicola Zingaretti.
Ha iniziato la sua carriera politica quasi per caso, via via da notaio del governo CinqueStelle-Lega ha conquistato gli italiani per la sobrietà e rassicurato i poteri internazionali, divenendo il punto di riferimento dei leader dell’Unione Europea e degli Stati Uniti per la stabilità moderata in Italia. Una metamorfosi che tutti gli riconoscono.
Per la formazione del nuovo governo targato CinqueStelle-PD, Conte deve affrontare lo snodo finale. Entro una settimana dovrà aver concluso. E gli ostacoli sono ancora tanti. Dopo le incertezze del Partito democratico a sedersi alla trattativa con i grillini e le ambizioni personali di Luigi Di Maio per la vice-presidenza del Consiglio, ora restano la scelta degli uomini e delle donne per l’esecutivo e il voto on-line sulla piattaforma Rousseau per l’ok o la bocciatura da parte dei militanti CinqueStelle.
Giuseppe Conte ha accettato con riserva con queste parole: “Questo è il momento del coraggio. Sarà un governo per il bene dei cittadini, per rendere l’Italia più competitiva, giusta e solidale. Una nuova stagione riformatrice e di rilancio e di speranza per offrire al Paese risposte e certezze. Una squadra di lavoro con competenze e energie. Ai nostri figli vogliamo dare un Paese migliore. Un governo all’insegna della novità e di un rapporto nuovo con l’Europa”. Non ha dimenticato i connazionali emigrati con un riferimento ai giovani italiani che vivono all’estero. E bravo Conte. Vedremo!