È lontano il 2007 quando il Parlamento europeo approvò una direttiva che introdusse condizioni più rigorose per acquistare e detenere armi da fuoco. Prevedeva un sistema di tracciabilità attraverso la marcatura unica e imponeva di istituire un archivio informatico che conservasse per almeno 20 anni tutte le informazioni relative al commercio di armi nell’Ue compresi i dati relativi alle importazioni da paesi terzi.
Le nuove norme miravano a recepire nell’Ue le disposizioni contenute nel protocollo Onu contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, firmato nel dicembre del 2001. Norme più severe nell’acquisto di armi anche attraverso internet.
Secondo un sondaggio di quegli anni che prese in considerazione il possesso di armi leggere in Europa, in Finlandia su ogni 100 persone 46 possedevano armi leggere, a Cipro 36, in Estonia e Olanda 9 e in Polonia una. L’Italia era a quota 12. Un quadro evidentemente influenzato dalle tradizioni culturali, venatorie e sportive di ogni paese. Dati recenti non ne esistono, gli ultimi sono quelli di 10 anni fa.
Ma tutti i dati che spaziano in un periodo di tempo tra il 1950 e il 2014 dimostrano che la applicazioni di leggi restrittive sull’acquisto delle armi è strettamente correlato con la riduzione delle morti per arma da fuoco, sia in famiglia che in situazioni collettive e di massa.
Eppure, ciclicamente torna il tema di agevolare l’uso delle armi per legittima difesa come sta avvenendo in Italia in questi mesi. Pu distanziandosi dagli Usa per numero di armi da fuoco detenute, secondo i dati delle Nazioni Unite l’Italia li segue con il triste primato di essere il primo paese del G8 per numero di omicidi commessi con arma da fuoco. Al primo posto troviamo gli USA, al secondo l’Italia, poi seguono Canada, Regno Unito, Giappone, Germania, Francia e Russia.
In Italia i dati di licenze di detenzione di armi corte e lunghe nel 2017 erano 18.362. Sommate alle licenze concesse a guardie giurate o per caccia e tiro sportivo si supera in Italia la cifra di 1 milione e 100 mila libretti.
Ora la nuova legge sulla legittima difesa fortemente voluta da Matteo Salvini modificherà l’articolo 52 del codice penale per permettere l’uso di armi contro la violazione di domicilio. Che significa? Vuol dire licenza di sparare o colpire per neutralizzare o allontanare chiunque s’introduca furtivamente in una abitazione privata o in luogo di lavoro. Il caso della recente aggressione alla coppia di anziani di Chieti spinge il ministro Salvini ad accelerare l’arrivo della nuova legge.
Non cambieranno le norme sul porto d’armi. Intanto nei poligoni di tiro italiani è vero e proprio boom di iscrizioni. In Italia è corsa alle armi!