L’articolo 1 della Legge 27 dicembre 2001, n. 459, “Norme per l’esercizio di voto dei cittadini italiani residenti all’estero” sancisce: “I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali votano nella circoscrizione Estero”. Il comma 2 dello stesso articolo stabilisce che “Gli elettori votano per corrispondenza”.
E quando hanno votato per la prima volta? Il primo voto è avvenuto in occasione dei due referendum del 2003, mentre per le Camere sono state le elezioni politiche del 2006.
Da allora hanno votato ripetutamente per referendum e rinnovi di Camera e Senato: 2008; 2013; 2018. Ora il 25 settembre voteranno per la quinta volta. Molti si chiedono: Ha un senso votare? Cosa offre l’Italia ai suoi cittadini all’estero?
Innanzitutto va detto che il voto è un diritto. Quindi tocca allo Stato permettere ai suoi cittadini di votare. L’Italia questa legge l’ha. Addirittura permette anche l’opzione: votare all’estero per la circoscrizione estero oppure rientrare in Patria a votare.
Ha un senso per i cittadini all’estero votare. Certamente. Oggi gli italiani all’estero con diritto di voto sono 4.871.731. Circa il 10 per cento del corpo elettorale italiano (50 milioni). Un numero consistente che dà un peso significativo alla presenza italiana nel mondo. I consolati costituiscono la presenza italiana più diffusa nel mondo. Più la rete è estesa, maggiore sono i vantaggi per gli emigrati che non devono percorrere distanze immense per un servizio. Le scuole italiane e i corsi di lingua e cultura sono altri servizi dello Stato italiano ai suoi cittadini all’estero.
La politica fiscale dei Comuni circa la gestione dei rifiuti (Tari) e dell’Imu è quanto le istituzioni italiane chiedono ai suoi cittadini in patria e all’estero proprietari di una abitazione in Italia. Una tassa che la rappresentanza politica degli italiani all’estero cercano di combattere per diminuire l’importo.
La rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero è di 8 deputati e 4 senatori. Sono eletti con sistema proporzionale: la lista che prende più voti e il candidato o la candidata della lista vincente con più preferenze.
Votiamo allora? Vi consigliamo vivamente di sì.