Il Partito democratico in Svizzera passa nelle mani di due quarantenni. Non sono però novizi della politica. Toni Ricciardi e Alessio Tacconi erano entrambi candidati per la Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 nella lista del Pd della Circoscrizione Europa.
Il congresso Pd di domenica 28 ottobre alla Casa d’Italia di Berna era una tappa obbligata dopo il caos generato dalle dimissioni in “massa” di molti dirigenti locali capeggiati dall’allora segretario Michele Schiavone qualche mese prima del voto.
Un evento traumatico che ha lasciato tracce profonde nel corpo del Pd svizzero. Infatti, per la prima volta dal 2006, da quando fu istituito il voto all’estero, alle elezioni politiche la comunità italiana in Svizzera non ha rappresentanti del Pd né alla Camera dei Deputati né al Senato.
A quelle elezioni, è seguita la crisi del Partito democratico che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi e alla reggenza di Maurizio Martina. E con la formazione del governo giallo-verde, i democrat si ritrovano a confrontarsi con l’exploit di Salvini e lo smarrimento della sinistra.
In Svizzera ora si riparte con Toni Ricciardi, Segretario, e Alessio Tacconi, Presidente. Un tandem espressione della nuova emigrazione: irpino il primo, veneto il secondo. Toni Ricciardi, pur nato in Svizzera, a Zugo, nel 1978, è rientrato in Italia nel 1992, per poi tornare a Ginevra nel 2011, grazie ad una borsa di ricerca vinta all’Università di Ginevra, dove tuttora è docente di Storia delle migrazioni. Alessio Tacconi, ingegnere, è arrivato a Zurigo nel 2008, e dopo una breve militanza nel Movimento 5Stelle, con il quale è stato eletto in Parlamento nel 2013, è passato al Partito democratico.
Sui profili Facebook di dirigenti e militanti del Partito democratico appaiono pochi commenti. Il tono è basso, senza polemiche. Toni Ricciardi e Alessio Tacconi non si sono espressi rispetto al dibattito che ha lacerato il Partito democratico dopo la sconfitta di marzo. Quali siano le loro particolari opinioni politiche e la loro collocazione nel Pd, non è dato sapere. Il segretario si è limitato a condividere qualche post e il presidente è rimasto silenzioso.
Sono i segnali di un inizio prudente. Forse troppo prudente in una fase politica concitata!