Il Covid-19 dura ormai da più di 1 anno e ha causato decessi, sofferenze e danni ovunque nel mondo.
Allo stesso tempo, però, ha sviluppato l’intelletto digitale di tante persone, ricercatori, ingegneri, scienziati, università e industrie alla ricerca della cura del virus e la necessità di stare distanziati sperimentando in tempo breve farmaci nuovi e creando numerosi strumenti informatici e apps che hanno accelerato e aumentato il lavoro e gli investimenti nel settore informatico.
Purtroppo prevale, però, in un mondo globale, l’idea diffusa che “fare da soli è meglio” non capendo che unendo le forze e le conoscenze tra le più svariati menti, abbinando finanziamenti pubblici e privati, e creando finalmente quella entità sovranazionale di Ricerca e Sviluppo, sotto l’egida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) capace di giungere ad una unica soluzione adeguata per tutti.
L’Oms oggi è sparita dai mezzi di informazione e poco si capisce cosa faccia oggi nel condurre questo periodo di pandemia dopo che all’inizio era stata sempre consultata e visibile collezionando, a volte, diverse gaffe e ritardi nel pronunziarsi e nel decidere, incapace di creare, ma questa sarebbe pura utopia, per esempio, una App di tracciamento globale a diffusione mondiale.
Allo stesso tempo vi erano anche i paesi nazionali che pensavano ognuno di agire e di decidere per sé creando App di tracciamento persino regionali e nazionali, chiudendo le proprie frontiere e bloccando persino i dispositivi di protezione individuali destinati ad altri luoghi e paesi ma in transito sul proprio territorio.
L’Ue, al contrario, dopo una partenza lenta e taciturna, si è lanciata, invece, a livello sovranazionale approvando, per esempio, il piano Sure, il MES e oggi discute di Next Generation Eu e soprattutto decide di accantonare il piano di stabilità, o meglio i parametri di Maastricht, per permettere ai propri Stati membri di investire e aumentare il proprio debito pubblico. Persino l’Ue per la prima volta sta percorrendo la via di contrarre maggiore debito e di creare finalmente un bilancio economico europeo.
Oggi i paesi nazionali, Svizzera compresa, discutono di Pass o Certificato vaccinale nazionali rischiando di ripetere gli stessi errori effettuati; auspico, invece, che ci sia finalmente un Pass almeno europeo, includendo Svizzera e Liechtenstein, o meglio mondiale, uguale e valido per tutti.
Intendiamoci, questo Pass sarà lo stesso per i vaccinati e per coloro che liberamente decidono di non vaccinarsi ma in possesso di tampone recente.
Si devono decidere ancora molte questione sul Pass (in uscita speriamo in giugno) tra cui, in primis, parlare di un Pass o certificato solo digitale o elettronico è errato in quanto lo si debba poter ottenere lo stesso anche in formato cartaceo per permettere a tutti (anche ai pochi tecnologici) di averne uno e ad evitare che in certi luoghi dove sia scarsa la connessione dati o che le proprie batterie del telefonino o tablet si siano scaricate di avere facilmente un Pass cartaceo a portata di mano.
Inoltre, detto Pass dovrà essere plurilingue, riconosciuto a livello europeo (sarebbe meglio mondiale) e facilmente rinnovabile.
Il risultato di questo Pass segnerà la ripresa della nostra vita e abitudini quotidiani per rilanciarne anche l’economia.
Saremo in grado per una volta a pensare con la mentalità globale e mondiale o perlomeno europea?
Franco Oriti, Lugano