Dopo l’ormai classico album “La compresenza dei morti e dei viventi” del 2011, il punk-rapper Chef Ragoo ritorna con un’altra esplorazione in musica dei lati più oscuri della mente, che parte da semplici riflessioni sul tempo che scorre fino ad arrivare a una cruda riflessione sulla vita e sulla morte.
Un percorso narrativo che parte dall’interrompersi di una relazione, proietta l’artista nei ricordi del passato, felici o traumatici, lo porta a pensare al tempo che scorre e all’ineluttabilità del senso di sconfitta e lo costringe a confrontarsi con la scomparsa e il suicidio di amici importanti, riflessione che lo conduce a ragionare su una possibile “via d’uscita”.
Un tragitto oscuro che viene parzialmente illuminato solo dalla presenza delle scimmie e dalle sue scene musicali di riferimento, quella punk e quella rap. Il tutto immerso nell’humus del secolo scorso, il Novecento, a tratti guardato e raccontato con nostalgia, a tratti sezionato con l’occhio clinico di un “chirurgo” della storia recente.
“Un disco necessariamente doloroso e dolorosamente necessario, –commenta Chef Ragoo-, Novecento è una inusuale versione del rap romano, che si rivolge non solo ai fan dell’hip-Hop ma a un pubblico di fascia d’età più ampia e dai gusti più eclettici”.
La lavorazione di questo album ebbe inizio nel 2012 con il produttore fiorentino Ugly Shoes e nato per essere “il disco leggero” nella discografia dell’artista.
Il disco è disponibile anche in formato doppio vinile nero con inserto e cd, preordinabili da qui: