Caro Jehan Cauvin, qui ti chiamiamo Giovanni Calvino, oggi, 10 luglio, sarebbe stato il tuo compleanno.
Sei nato nel 1509 a Noyon in Francia, e poi sei dovuto scappare dal tuo paese dopo aver abbracciato il protestantesimo. Sei arrivato a Ginevra, città con cui hai un legame profondo.
Hai detto che tutto è deciso da Dio, che siamo predestinati, che non siamo quello che vogliamo essere, ma quello che Dio ci fa essere. Tutto è volontà di Dio, hai predicato: noi non possiamo decidere né il bene né il male e quindi se siamo buoni abbiamo il favore divino, altrimenti no.
Hai detto che il vero cristiano deve combattere la pigrizia, lavorare sodo, perché lavorare equivale a lodare Dio, e che i segni della grazia si manifestano nei successi finanziari.
Hai contribuito all’uccisione sul rogo dello spagnolo Miguèl Serveto, teologo umanista e medico che per te era un eretico perché negò la trinità. Serveto morì a Ginevra nel 1553 incatenato a un palo e divorato dalle fiamme.
Prima riformatore e poi integralista. Luci ed ombre. Ti ricordiamo così.