“Il Comites ha il dovere di difendere la comunità”

sergio giacintiIntervista con il presidente uscente del Comites di San Gallo Sergio Giacinti. Nato a Roma il 3 febbraio del 1950 è sposato dal 1975 e padre di 2 figli. E’ arrivato in Svizzera nel 1972 e ha lavorato per 13 anni presso la ditta Saurer di Arbon. Nel 1985 si è trasferito a Herisau e ha lavorato per la ditta Huber + Suhner fino al 2005. Dal 2007 dirige il Patronato Epasa-Itaco di San Gallo. Dal 1973 attivo in associazioni e partiti che operano in Emigrazione.

Cosa pensa della modalità di voto?
Ritengo il sistema più sbagliato che ci possa essere e credo sia anche anti-costituzionale. Il diritto al voto non deve essere un’opzione, molti non sapevano che bisognasse iscriversi. Questa deve essere una delle prime battaglie dei nuovi Comites.

Lei non è candidato…
No.

Come giudica l’attività condotta dal suo Comites?
Gli aspetti positivi in questi quasi sei anni sono molti, ma anche gli aspetti critici non sono pochi. Il momento più esaltante è stato quello della grande mobilitazione contro la chiusura del Consolato di San Gallo. Sapevamo che era una battaglia che non avremmo vinto, tuttavia eravamo convinti che dovevamo “combatterla” per la nostra comunità. Non ci hanno mai convinto i motivi, della chiusura, quelli del risparmio, ed il nostro ricorso al TAR del Lazio, accettato dal tribunale, anche se mai discusso, ci ha confermato che avevamo ragione. Tra pochi giorni pubblicheremo un opuscolo dove verranno elencate le molte iniziative portate avanti dal nostro Comites.
Per tali attività vorrei fare un ringraziamento a tutti i componenti del mio Comites per il loro impegno, nonostante liste diverse, abbiamo portato avanti un lavoro unitario.
I motivi critici sono quelli riconducibili al ridursi del finanziamento ministeriale al Comites. Noi abbiamo una circoscrizione molto vasta, composta da 5 cantoni, San Gallo, Turgovia, Grigioni, Appenzello Esterno e Interno più il Principato del Liechtenstein e fare incontri nelle varie zone, con viaggi anche lunghi, è cosa costosa. Il nostro Comites da ormai diversi anni, con il contributo ministeriale che riceviamo, non può rimborsare i viaggi ai consiglieri.

Cosa si aspetta da questa “tornata” elettorale?
Purtroppo, come abbiamo già detto, con questo sistema ci saranno pochi votanti. Il dato positivo è che aumentano le liste e spero che si facciano avanti i giovani.

Si sente di dare un consiglio al nuovo Comitato che sarà eletto il 3 dicembre?
È difficile dare consigli, ma credo che sia molto importante il rapporto che si riesce ad instaurare con il Console e con le autorità locali. Il rapporto con la rappresentanza consolare è fondamentale anche se non mancheranno momenti di scontro, talvolta aspri, ma non si deve mai oltrepassare la soglia dell’educazione e del rispetto. Una cosa deve essere chiara dal primo giorno: il Comites ha l’obbligo di difendere la nostra collettività ed i suoi interessi; mentre la rappresentanza consolare ha invece il compito di rappresentare ed eseguire le indicazioni dell’istituzione statale.