“Iddu”, presentato in anteprima al Corso di Zurigo

Toni Servillo e Elio Germano in "Iddu". la storia ridicola e grottesca dei pizzini di Matteo Messina Denaro. Eccezionalmente anticipato al Cinema Corso 1 di Zurigo lo scorso 5 ottobre in occasione del Zurich Film Festival. Intervista con uno dei registi, Fabio Grassadonia.

Eccezionalmente anticipato al Cinema Corso 1 di Zurigo lo scorso sabato 5 ottobre in occasione del Zurich Film Festival,  il film “Iddu – L’ultimo Padrino”, alla presenza di uno dei registi, Fabio Grassadonia.

La pellicola, uscita il 10 ottobre nelle sale in Italia, è prodotta da Indigo Film con Rai Cinema e la distribuzione affidata a 01 Distribution. Il film, liberamente ispirato alla vita del boss Matteo Messina Denaro, è scritto e diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Con la fotografia di Luca Bigazzi e la colonna sonora composta da Colapesce.

Toni Servillo ed Elio Germano sono i protagonisti di quest’opera dove spiccano anche le interpretazioni di attori quali Barbora Bobulova, Daniela Marra e Fausto Russo Alesi. Il film è stato presentato in Selezione Ufficiale all’81 edizione del Festival di Venezia e rappresenta il capitolo finale della trilogia, iniziata con “Salvo” e proseguita con “Sicilian Ghost Story”.

“Iddu – L’ultimo Padrino”, è liberamente ispirato a Lettere a Svetonio (2008), libro che raccoglie gli scambi epistolari avvenuti nei primi anni Duemila fra il boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino.

Con Fabio Grassadonia abbiamo parlato della creazione di questa singolare commedia grottesca.

Il vostro terzo film vi porta nuovamente a parlare di mafia. Sentivate l’esigenza di analizzare ancora un fenomeno che ha cambiato il destino della Sicilia e di una parte del mondo?
Ha cambiato la nostra generazione in particolare. Eravamo ragazzi negli anni 80 e 90, la stagione delle grandi stragi mafiose. Questo ti cambia il punto di vista, la percezione della realtà. Questo film, che chiude la trilogia e forse anche il tema della criminalità organizzata siciliana, si interroga su una pagina nera della storia della Repubblica, non solo della Sicilia. Sul perché ci siano voluti 30 anni per catturare questo boss.

Per documentarvi vi sarete addentrati in migliaia di pagine di inchieste. Come avete individuato gli elementi che hanno composto la sceneggiatura?
Il lavoro di ricerca è stato significativo, è durato 5 anni. Finalizzato anche a distinguere i dati certi da tutte le leggende intorno a un uomo diventato un fantasma.  Quello che ha fatto la differenza è stato l’imbattersi nei suoi “pizzini”: ci ha fatto comprendere che c’era un film.  Questi pizzini mostravano uno strano scrittore epistolare, capace di modulare il suo tono rispetto all’interlocutore. In particolare poi c’erano questo carteggio con l’ex sindaco di Castelvetrano, interpretato con maestria da Servillo, nel quale usciva con evidenza soprattutto l’ipertrofia del suo narcisismo, nutrita anche dalle sue letture particolari.

Ci sono due personaggi femminili nel film: la donna che ospita e si prende cura del boss latitante e la detective che combatte una sua battaglia solitaria.
In realtà ve se non più di due. Ma due donne sono al centro della storia. In questa convivenza forzata e claustrofobica, sono due animali in gabbia che si fronteggiano. Per quanto riguarda la donna dei servizi, negli anni ci sono stati degli investigatori onesti e determinati che sono arrivati vicini alla cattura di Denaro e hanno visto le loro carriere ostacolate. Volevamo una figura davvero irreprensibile, ma anche lei cade preda di un’ossessione che le impedisce di capire di essere all’interno di un gioco che la schiaccerà.

In Italia il film è nelle sale ovunque, tranne a Castelvetrano (Trapani), paese natale del boss. Il proprietario del cinema Marconi aveva deciso di non programmare il film. Ma dopo qualche intervento del sindaco di Catelvetrano il film verrà proiettato ugualmente. Come scrivono il Giornale di Sicilia e la Gazzetta del sud, all’interno del teatro comunale è stato effettuato un sopralluogo tecnico che ha dato esito positivo alla possibilità di proiettare il film.
Purtroppo la pellicola per il momento non verrà proiettato nelle sale svizzere. Si dovrà attendere che la distribuzione internazionale stipulerà dei contratti. Il film «Iddu» è stato dunque per ora soltanto presentato al Zurich Film Festival con tre rappresentazioni.

Sinossi del film
Sicilia, primi anni 2000. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo (Matteo Messina Denaro), ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio. “Iddu” ha già vinto il Premio Francesco Pasinetti 2024 per il miglior film italiano proposto alla Mostra 81, assegnato a Venezia dai Giornalisti Cinematografici SNGCI e il Premio Carlo Lizzani.