Huawei al bando da Trump: E ora per l’Europa?

huawei_p30proLe ripercussioni per gli utenti Huawei in tutto il mondo dopo la messa bando dell’azienda cinese dal governo degli Stati Uniti. In Europa può causare ritardi tecnologici gravi!

Il presidente americano Donald Trump ha aperto il caso Huawei, accusandola di fare spionaggio per conto del governo cinese, circostanza per la quale non sono state fornite ancora prove. Trump la settimana scorsa aveva vietato alle compagnie del suo paese di decidere di utilizzare la tecnologia Huawei, che è considerata un rischio per la sicurezza nazionale per gli Stati Uniti.

Di fatto, mette al bando l’azienda cinese, che oltre agli smartphone produce sistemi di telecomunicazione (ripetitori cellulari, cavi sottomarini per internet). Che succede ora? Si tenterà di arrivare ad un accordo prima che sia troppo tardi.  Huawei ci proverà, se non potrà più fare affari nel mercato statunitense. Oltre a Google anche altre aziende tecnologiche statunitensi stanno rivedendo i loro contratti con Huawei per rispettare le decisioni del governo di Trump.

L’azienda cinese è molto attiva nel resto del mondo. Oltre a essere partner di numerosi operatori mobili per la costruzione del 5G, Huawei vende milioni di smartphone in Europa: a livello mondiale è il secondo produttore dopo Samsung. Secondo alcuni esperti, gli smartphone venduti sinora dovrebbero continuare a funzionare senza problemi, ma la prossima generazione di telefoni Huawei non sarà in grado di accedere al provider di posta elettronica di Google Gmail e alla piattaforma dell’app Google Play Store. Tuttavia, i dettagli delle misure sarebbero ancora discussi internamente su Google.

L’ordine esecutivo di Trump, inciderà anche sulla nostra vita e sulle nostre abitudini d’acquisto. Gli effetti potrebbero farsi sentire nel medio termine e ancor più significativamente a lungo termine. Una messa al bando anche in Europa, quindi, costringerebbe i vari gestori di telefonia a rivedere i loro piani di implementazione della nuova tecnologia, causando ritardi nell’adozione nei Paesi europei.