Signore e Signori,
inizia un nuovo anno. E noi lo cominciamo con una certa impazienza, con gioia e curiosità ma anche con un po’ di apprensione. Perché gli ultimi tempi sono stati difficili.
Dapprima la pandemia, che ha causato molta sofferenza e ci ha scombussolato la vita in famiglia, a scuola, sul lavoro e nel tempo libero. E adesso una guerra in Europa. Anch’essa con un forte impatto sulla nostra vita quotidiana: basti pensare all’energia o all’inflazione.
Signore e Signori,
durante questi anni di crisi abbiamo però anche imparato molto: che nei momenti difficili sappiamo essere solidali; che le nostre istituzioni, le nostre assicurazioni sociali, il nostro sistema sanitario e le nostre finanze pubbliche sono solidi; che siamo capaci di adattarci.
Oggi mi trovo a Zurigo, al Museo nazionale svizzero.
Qui – come nelle sedi di Prangins e Svitto – ci si rende conto delle sfide che il nostro Paese ha dovuto affrontare in passato e di come siamo sempre riusciti a superarle.
Perché? Perché abbiamo sempre privilegiato quello che ci unisce, non quello che ci divide, rafforzando così la nostra coesione.
Nel 1848, per esempio, dopo la Guerra del Sonderbund i Cantoni vincitori non hanno imposto una nuova Costituzione ai Cantoni cattolici.
L’hanno scritta con loro, gettando le basi di uno Stato sovrano rispettato dalle potenze vicine.
La Costituzione del 1848 – di cui celebriamo quest’anno i 175 anni – è stato un passo fondamentale per il futuro della Svizzera.
È a questa Costituzione che dobbiamo la nostra sicurezza e la nostra prosperità, ma anche la nostra cultura del dialogo.
A questo primo importante passo ne sono seguiti altri – penso in particolare al diritto d’iniziativa e di referendum – che sono le basi della nostra democrazia diretta.
Principi e istituzioni per i quali ci impegniamo ancora oggi.
L’impegno…è questo, Signore e Signori, il pilastro del nostro Paese. L’impegno per le nostre famiglie e i nostri amici; per un’associazione, il nostro quartiere, la nostra città o il nostro villaggio. Vale a dire là dove viviamo, dove entriamo in contatto diretto con la vita degli altri e vediamo con i nostri occhi l’importanza di assumersi delle responsabilità.
Sì, lo so: non potremo mai risolvere tutti i problemi. Ma possiamo contribuire alla loro risoluzione.
Impegno significa aprirsi e non ripiegarsi su sé stessi. Significa rendersi conto che i problemi degli altri prima o poi diventeranno i nostri problemi.
Signore e Signori,
sappiamo che nei momenti difficili bisogna ogni tanto fermarsi e prendersi il tempo di riflettere. Dare prova di curiosità e sapersi rimettere in questione.
Sì, i problemi non mancano. Ma siamo in molti, in Svizzera e nel mondo, a volerli affrontare. Ecco perché possiamo restare ottimisti e guardare al futuro con fiducia.
Auguro a voi e ai vostri cari un felice anno nuovo, pieno di gioia, curiosità e momenti di condivisione.