Un evento straordinario per fare della parola un momento di discussione collettiva, di riflessione e di trasformazione del presente.
Due preziosi testi a confronto, due storie che a diverso grado informano la nostra storia repubblicana e l’attualità del nostro Paese: la Resistenza e il Razzismo.
Partiremo dalla storia della lotta partigiana e dai principi di libertà e democrazia che la animarono per giungere all’attualità di un fenomeno strutturale che per nulla estraneo alla storia del nostro paese ne è divenuto oscuro e assoluto protagonista.
Autrici e Sinossi:
“L’ITALIA È UN PAESE RAZZISTA”, DeriveApprodi Ed, 2024.
Anna Curcio, è ricercatrice e saggista. Cura la sezione vortex della rivista Machina. Studia le trasformazioni del lavoro produttivo e riproduttivo nel rapporto con la razza e il genere. Tra le sue diverse pubblicazioni, ha curato La razza al lavoro (Manifestolibri, 2012), Introduzione ai femminismi e Black fire(DeriveApprodi, 2019 e 2020). È traduttrice dell’opera di Silvia Federici in Italia.
Negli ultimi quindici anni si è sviluppato in Italia un nuovo discorso antirazzista, che ha messo a tema il concetto di razza nella sua declinazione socio-culturale, permettendo di leggere le metamorfosi storiche del razzismo.
Attraverso i saggi del volume si può leggere l’intera traiettoria dell’affermazione di questo discorso antirazzista, di cui l’autrice è una delle principali protagoniste. Declinato nella specificità del contesto italiano, questo discorso permette di comprendere il carattere strutturale del razzismo che segna la storia del paese, dalle origini fino ai giorni nostri. Emerge così una doppia traccia: un razzismo interno, che affonda le radici nel processo di nation building e nella definizione dell’identità nazionale, e un razzismo esterno o postcoloniale, che segue lo sviluppo dei processi migratori. Organizzato in tre blocchi tematici, il libro presenta riflessioni sulla «nascita» del concetto di razza e sulla sua relazione con la questione di genere, discute le particolarità del razzismo in Italia, mostra come la razza organizzi il mercato del lavoro contemporaneo.
IL MARESCIALLO ROSSO. Giuseppe Gracceva, dall’antifascismo militante alla Resistenza. Roma 1922-1945”, Odradek Edizioni.
Agostina Pagliaroli, vive a Terracina, sua città d’origine. Agli studi classici e alla laurea in Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma seguono due lunghi periodi di insegnamento nella Svizzera tedesca, dove si impegna in favore della comunità italiana. Dopo una nuova laurea in Linguistica italiana, approfondisce la conoscenza della Storia contemporanea da cui nasce la tesi “Il Maresciallo rosso”, Giuseppe Gracceva.
Antifascista militante fin dalla presa del potere di Mussolini, più volte arrestato e condannato, fu protagonista d’eccezione dell’apporto dei socialisti e della città a quel movimento di resistenza nazionale che a Roma vide il suo avvio l’8 settembre ’43, quando in modo spontaneo diverse centinaia di cittadini, a fianco dei soldati abbandonati dai capi, accorsero su mezzi i più disparati per fermare i panzer tedeschi che avanzavano.
Pianificando con intelligenza le azioni di guerriglia, intervenendo in prima persona dove maggiore era il pericolo, portò l’organizzazione militare al più alto grado di efficienza.
“Popolarissimo” poté contare sul diffuso sentimento antinazista della popolazione romana, le cui difficili condizioni di vita lui, popolano, lavoratore, condivideva e conosceva bene. Inafferrabile, fu l’incubo di Kappler, riuscendo a lungo a sfuggire alla sua caccia.
Solo la delazione di un infiltrato permise alle SS di catturarlo in modo rocambolesco.
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