Ventiquattro donne uccise in un anno, in Svizzera. Più o meno una ogni due settimane. Cifre del 2018 che sembrano confermarsi anche nel 2019. Un tabù di cui non si vuole parlare.
In Svizzera si registrano circa 18.500 reati all’anno. Violenza domestica. Lesioni lievi, reati gravi, violenza sessuale e fisica, forme di stalking. Ma poi anche violenza sul posto di lavoro. Con donne molestate o licenziate perché sono incinte. E poi ci sono ancora zone d’ombra, sui matrimoni forzati e sulle mutilazioni, ad esempio.
In Italia gli ultimi dati sono del 2017: donne assassinate 115. Un calo importante rispetto agli anni precedenti del 36,5 per cento.
Tra i grandi Paesi europei l’Italia è quello nella situazione migliore 0,5 ogni 100 mila persone, alla pari con la Spagna. Nel 2016, nel Regno Unito il tasso è stato infatti pari a 0,9/100 mila, in Francia a 1/100 mila e in Germania a 1,1/100 mila.
Ma è l’Honduras, in Sud America, il Paese al mondo dove nessuno vorrebbe essere donna: uno stupro ogni tre ore e femminicidi del 14,6% ogni centomila abitanti, secondo le cifre fornite dall’Osservatorio sulla Violenza presso l’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (UNAH).
Stando all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la casa è il luogo più pericoloso per le donne. Nel 2017 ne sono state uccise oltre 50 mila a livello mondiale.
