“I salari reali sono diminuiti in quasi tutti i rami professionali. Tutto sta diventando più caro, soprattutto per le persone e le famiglie a basso reddito. Così, sta diventando sempre più difficile arrivare alla fine del mese.
Ciò è inaccettabile in un contesto in cui la disuguaglianza salariale è ulteriormente aumentata, come mostra uno studio di Unia: nel 2023, all’interno di 36 grandi aziende svizzere esaminate, il rapporto tra il salario più basso e quello più elevato si attestava in media a 1:143, rispetto al rapporto di 1:139 dell’anno precedente.
Ciò significa che la persona con il salario più basso dovrebbe lavorare 143 anni per raggiungere il salario annuale dell’amministratore delegato.
I sindacati chiedono un aumento dei salari e organizzano una manifestazione nazionale.
La FCLIS appoggia questa iniziativa e i suoi membri saranno al fianco di migliaia di persone preoccupate sulla Piazza federale a Berna il 21 settembre per sostenere le rivendicazioni dei sindacati.
Il 22 settembre il popolo svizzero voterà sulla riforma della LPP (Secondo pilastro, Casse pensioni). I sindacati hanno lanciato un referendum contro questa riforma e hanno raccolto oltre 140’000 firme, quasi tre volte il numero richiesto. Le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni. E ora il Parlamento vuole introdurre ulteriori tagli.
Con la legge sulla LPP proposta, gli assicurati potranno vedere ridotta la loro pensione fino a 3’200 franchi all’anno e dovranno pagare molto di più. Le donne e le persone a basso reddito saranno particolarmente colpite.
Dovranno versare ai fondi pensione contributi salariali molto più elevati, fino a 2’400 franchi all’anno. E senza garanzia che le loro rendite migliorino. Inoltre, la prevista riduzione del tasso di conversione ridurrà il rendimento garantito per tutti.
La FCLIS invita tutti i cittadini e tutte le cittadine a votare NO il 22 dicembre alla riforma della LPP.